PALERMO – Abbiamo un nuovo governo, dopo anni in cui, in tema di Giustizia, la sensazione è stata quella di essere in balia di un meccanismo caratterizzato da improvvisazione ed incompetenza. Non è un caso che il Conte bis sia naufragato sulla inaccettabile relazione del suo ministro della Giustizia. Dunque proprio sulla giustizia si giocherà un passaggio cruciale per il futuro del nostro Paese e non si può non essere preoccupati al pensiero che al governo ci saranno quelle stesse forze politiche che hanno imposto la sbrigativa “riforma”della prescrizione. La sostanziale abolizione della prescrizione nel processo penale, nelle attuali condizioni è stata una barbarie. Uno stato di diritto può dirsi tale solo quando con il processo si riesca ad accertare la verità processuale nel più breve tempo possibile; ció nell’interesse dello Stato e delle vittime che hanno l’esigenza di ottenere la punizione del colpevole ed il risarcimento del danno. Ma anche nell’interesse dell’imputato che, specie se innocente, ha diritto di uscire nel più breve tempo possibile dall’incubo del processo. Non si possono tenere i cittadini prigionieri del processo a tempo indeterminato; chi subisce tutto questo da innocente,uscirà annientato da questa macchina.
La possibilità di usufruire dei fondi europei è una occasione unica per realizzare le vere riforme che servono per la Giustizia. Se i treni arrivano sempre in ritardo, non si risolve il problema cancellando l’orario d’arrivo, ma occorre realizzare nuovi e più moderni binari, nuove locomotive ed assumere nuovi macchinisti. Occorre assicurare che il processo si concluda in tempi ragionevoli e che sia un processo giusto. Per fare qualche esempio: aumentare il numero del personale e dei magistrati, considerato che al momento attuale il loro numero è assolutamente insufficiente a smaltire l’enorme carico di lavoro. Occorre una seria riforma della magistratura onoraria che assicuri i giusti diritti ai tanti magistrati onorari che svolgono un compito determinante; è indispensabile investire denaro per implementare l’utilizzo dell’informatica, per accelerare tutti quegli adempimenti necessari per il funzionamento della macchina giudiziaria (notifiche, deposito atti, richiesta copia, deposito impugnazioni, lista testi, memorie ecc); sopratutto occorrerà metter mano ad una ampia depenalizzazione.
La creazione di un enorme numero di reati ha paralizzato il funzionamento del processo che non può reggere – nelle attuali condizioni – carichi così spropositati. Bisogna riservare le sanzioni penali ai casi gravi ed utilizzare, per il resto, sanzioni amministrative e pecuniarie. Si dovrebbe, ancora, ragionare sulla durata delle indagini preliminari e sull’utilizzo delle misure cautelari, spesso usate per anticipare di fatto una pena lontana ed incerta; fondamentale sarebbe incrementare l’uso dei riti alternativi e del concordato in appello,unici strumenti il cui ampio utilizzo consentirebbe di far funzionare un processo basato sull’oralità e sul contraddittorio. Oralità e contraddittorio che sono i due principi chiave sui quali i penalisti saranno disposti a fare le barricate nell’interesse dei cittadini. Si dovrebbe intervenire seriamente anche sulla difesa ufficio e sul gratuito patrocinio, altre pagine nere della giustizia e su molto altro. Una obiettiva riflessione andrebbe fatta sul sistema delle correnti in magistratura e sul funzionamento del Csm. Le note vicende sul caso Palamara non devono e non possono essere sbrigativamente dimenticate, ovvero considerate come casi isolati. La magistratura deve recuperare appieno credibilità e autorevolezza. Soprattutto nell’interesse dei tantissimi magistrati che svolgono il loro lavoro in maniera esemplare. L’avvocatura in questi anni si è fatta trovare pronta e moltissime sono state le proposte formulate, quasi sempre con l’accordo della magistratura. Quando ci si incontra nei convegni con magistrati con i professori universitari, di fatto, ci si trova concordi sulle cose da fare. Auspico che, dopo anni di improvvisazione, si possa finalmente assistere ad un vero periodo di riforme serie ed efficaci per il comparto Giustizia.