PALERMO – Circa trecento ex operai della Fiat e dell’indotto stanno manifestando in piazza Indipendenza a Palermo davanti a Palazzo D’Orleans, sede della presidenza della Regione, per chiedere al governo guidato da Rosario Crocetta “risposte immediate sul futuro del polo industriale di Termini Imerese, dove il Lingotto ha chiuso la fabbrica il 31 dicembre del 2011, mettendo tutti i lavoratori in cassa integrazione per cessazione attività per due anni”.
Le tute blu sono arrivate nel capoluogo siciliano a bordo di 4 pullman, per partecipare alla giornata di mobilitazione proclamata da Fim, Fiom e Uilm. Chiedono di riaccendere i riflettori sulla vertenza. Loro usufruiranno del paracadute sociale fino al prossimo 31 dicembre, poi potrebbero scattare le procedure di mobilità e il licenziamento collettivo. Per quest’anno anche gli ex lavoratori delle ditte dell’indotto, beneficiano degli ammortizzatori sociali in deroga, poi anche per loro si profila il licenziamento. Agostino Cosentino per 24 anni ha lavorato per Fiat, in catena di montaggio. “Finora – dice – abbiamo ricevuto solo promesse, ma nulla di concreto. Le uniche informazioni che abbiamo, le apprendiamo dalla mezzo stampa. Se non si arriva a una soluzione ad ottobre, tra poco più di sei mesi, quindi, fioccheranno le prime lettere di licenziamento”.
Tra gli ex operai c’è rabbia e delusione, per una vertenza che si trascina da tempo. Francesco Conte per 32 anni ha lavorato per la Lear, ditta dell’indotto Fiat, che a Termini Imerese produceva sedili. “Percepisco 850 euro netti al mese di cassa integrazione in deroga – dice l’operaio, 49 anni, sposato e padre di 2 figli -. Riesco ad andare avanti solo grazie all’aiuto dei miei parenti, considerando che le mensilità di gennaio, febbraio e marzo sono state liquidate in un’unica soluzione solo poco tempo fa”.