"Gli scappati? Argomento superato"| Così la mafia ha voltato pagina - Live Sicilia

“Gli scappati? Argomento superato”| Così la mafia ha voltato pagina

Filippo Bisconti

Filippo Bisconti svela i segreti della nuova Cosa Nostra

PALERMO – Passato, presente e futuro. I verbali di Filippo Bisconti – architetto, imprenditore, boss e infine pentito – segnano la storia di Cosa Nostra. Ne violano i segreti. Il capomafia di Belmonte si è pentito lo scorso gennaio, dopo essere finito in carcere nel blitz che ha bloccato sul nascere la riorganizzazione della nuova cupola. Quella del dopo Riina, incaricata di una profonda ristrutturazione dell’intera organizzazione.

I verbali pubblicati in maniera integrale sul nuovo numero del mensile S in edicola – resi fra gennaio a marzo scorsi – offrono il più aggiornato degli spaccati mafiosi di Palermo e provincia. Centinaia e centinaia di pagine, molte delle quali omissate. È il chiaro segno che i racconti di Bisconti offrono materiale investigativo per il futuro su cui si sono già messi al lavoro i magistrati della Dda, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Salvatore De Luca.

C’era anche Bisconti nella nuova commissione provinciale azzerata dagli arresti dei carabinieri. Una mafia nuova che ha chiuso definitivamente con il passato. Lo dimostra un episodio ricostruito dal neo pentito che negli anni si è fatto largo nel settore dell’edilizia. Non sono mancati i contrasti: “… l’unico problema che ho avuto per questo immobile è stato con Mimmo Spica il quale è venuto all’inizio della costruzione dicendomi che avevo comprato senza le opportune autorizzazioni di Cosa Nostra s’intende, dicendomi che lui mi doveva fare gli scavi e a provvedere a farmi la carpenteria, lui doveva provvedeva per gli impianti elettrici, lui doveva provvedere per gli infissi, cioè tutta una serie di imposizioni e abbiamo perfino litigato, dico: ‘No, tu qua non ci devi più venire, io non devo dare conto e ragione a nessuno, fino a prova contraria… scusa io non ho mai avuto rapporti con te’”. In ballo c’erano “200 mila euro” solo per i lavori di carpenteria.

Spica gli avrebbe fatto il nome degli Inzerillo. Erano loro i suoi referenti: “Certo, certo, con gli Inzerillo è notorio che sono uomini d’onore della famiglia di Passo di Rigano, in questo senso… Francesco e Tommaso li ho conosciuti al carcere Pagliarelli”.

Della faccenda fu informato anche Settimo Mineo, l’anziano boss che ha presieduto la riunione della nuova cupola: “… mi disse mi piacerebbe che poi ci incontriamo con qualcuno degli Inzerillo almeno tre anni fa, quattro anni fa… avevo avuto un diverbio con questo Spica e Mineo mi disse vi faccio stringere la mano…”.

La parentesi della mattanza corleonese è un capitolo chiuso: “… tutte le persone che ho incontrato, sia Mineo, sia Lo Piccolo, sia Greco… nessuno ha mai fatto nessuno commento su questa faccenda degli Inzerillo scappati… questo dei cosiddetti scappati, tra virgolette, era un argomento ormai diciamo consolidato, superato, passato… un argomento che non ci competeva…”.

Continua a leggere sul mensile “S” disponibile in tutte le edicole


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI