Retrocessione: gli scenari| Cambi tra campo e dirigenza - Live Sicilia

Retrocessione: gli scenari| Cambi tra campo e dirigenza

La B accelererebbe l'addio di Zamparini, ma sarebbe un bagno di sangue. Soprattutto senza un direttore sportivo.

calcio - serie a
di
3 min di lettura

PALERMO – Che la Serie B sia un disastro economico per l’U.S. Città di Palermo e per Maurizio Zamparini, è argomento trattato in fin troppe occasioni. Che una retrocessione possa chiudere le porte ad una “rinascita” del club di viale del Fante, invece, è tutto da dimostrare. Ma una rinascita, di sicuro, non potrà realizzarsi con i mezzi attualmente a disposizione, il che significa resettare tutto. L’intenzione di Zamparini, ovvero quella di vendere la società, verrebbe ulteriormente rafforzata da un eventuale ritorno tra i cadetti. Questo perché la Serie B è un bagno di sangue e perché il paracadute non copre certo le perdite causate dal passaggio alla categoria inferiore. Una retrocessione porterebbe all’ovvio abbassamento del prezzo sul cartellino “vendesi” idealmente affisso in sede, cosa che potrebbe incoraggiare un nuovo corso.

Il modello Bologna, tante volte indicato anche da Zamparini, seppur per questioni tecniche e non societarie, è quello da seguire in caso di malaugurata discesa agli inferi. Società allo sbando, un nuovo proprietario in corso d’opera, rifinanziamento della società e ripianamento dei debiti per portare i rossoblù in Serie A e rendere il club felsineo uno dei più solidi dell’intera Italia calcistica. La spesa di Saputo, attuale presidente del Bologna, non è stata certo irrisoria, considerando che ha comprato la società in Serie B. La maggior parte delle spese, però, è stata fatta per coprire le perdite e per investimenti sul parco giocatori. In pratica, spendendo una cifra inferiore per il pacchetto azionario, Saputo ha potuto riequilibrare i conti e creare un organico competitivo. Cosa che, col Bologna in Serie A, probabilmente non avrebbe potuto fare.

Se si dovesse replicare una situazione del genere a Palermo, chi ci perderebbe? Sul piano economico, Zamparini. Perché dai 50 milioni richiesti per la cessione della società in Serie A rischierebbe di trovarsene meno della metà per passare la mano tra i cadetti. Il valore della rosa, per quanto ridotto, non arriverà mai a ridursi in egual maniera. Stesso discorso valido per gli stipendi dei giocatori, considerando che tra incentivi all’esodo e prestiti il Palermo paga e pagherebbe ancora gente che non fa più parte della rosa (basti rivedere l’ultimo anno in Serie B e il mercato estivo dopo la promozione, con una serie di risoluzioni contrattuali per evitare di appesantire un monte salari eccessivo). Il paracadute di cui tanto si parla non basta nemmeno a coprire il buco lasciato dai mancati introiti televisivi.

Ma la Serie B, per prima cosa, sarebbe un danno per Palermo e per il Palermo. Potrà accelerare la exit strategy di Zamparini, che a quel punto preferirà perdere piuttosto che straperdere, parafrasando un proverbio siciliano, ma il club dovrà affrontare un torneo cadetto con tutto quel che ne consegue. La soluzione per farsi male il meno possibile la conosciamo tutti, ed è quella di una rapida risalita. Lì serve trovarsi tra le mani una rosa competitiva per vincere il campionato e ricominciare da capo in Serie A: Sorrentino e Maresca in scadenza di contratto e con i loro ingaggi non saranno certo gli elementi da cui poter ripartire, così come Vazquez e Gilardino. Per non parlare di Hiljemark, Quaison e Lazaar, giovani con sirene di mercato dall’estero. A quel punto bisognerebbe rifare una squadra per intero, dato che sette undicesimi sarebbero praticamente impossibili da trattenere.

E qui arriva l’altro dilemma. Il Palermo da due anni opera, ad eccezione dell’interregno di Baccin, senza un direttore sportivo. Figure come quelle di Franco Ceravolo e Manuel Gerolin sono state più volte indicate come osservatori e non dirigenti, ma se il Palermo dovesse ritrovarsi a ricostruire ex novo una squadra dalle macerie, sarà fondamentale ritrovare una figura capace di fare mercato. I nomi? Due su tutti: una nuova promozione di Baccin, che col settore giovanile ha svolto un lavoro eccellente, o il tanto chiacchierato ritorno in Sicilia di Rino Foschi, che in questi anni a Cesena ha dimostrato di saper creare squadre di vertice con risorse a dir poco scarse. E poi ci sarà la grana allenatore, ma già sarebbe un gran bel punto interrogativo in caso di salvezza. Figurarsi in Serie B.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI