Sembrano torce, sono storditori| Sequestro in un negozio cinese - Live Sicilia

Sembrano torce, sono storditori| Sequestro in un negozio cinese

Uno dei "taser" sequestrati

Considerati armi in Italia, gli storditori sono in grado di mettere ko una persona per alcuni secondi. Una scarica elettrica di basso voltaggio neutralizza l'aggressore. In questo caso, gli oggetti avevano le sembianze di torce per passare inosservate. Sequestrati anche numerosi palloni da calcio con marchi contraffatti. Tre denunce.

VIA ORETO, PALERMO
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PALERMO – Per “stordire” basta il contatto con i vestiti, non è necessario che tocchi la pelle. E’ il “taser” arma propria, ma non arma da fuoco, per la quale introduzione in Italia serve una licenza di importazione: quella che nascerebbe come arma di autodifesa, è in grado di mettere ko una persona, immobilizzandola temporaneamente con una scarica elettrica di basso voltaggio e neutralizzandola per alcuni secondi. Un centinaio di taser arrivati a Palermo senza alcuna licenza per l’immissione in commercio, stavano per finire in un negozio cinese che si trova in via Oreto, una zona dove ci sono decine di attività commerciali gestite da cittadini di orgine orientale.

A quel punto, chiunque avrebbe potuto acquistarne uno, così come sarebbe stato possibile comprare fucili giocattolo ed altri oggetti made in China – compresi palloni da calcio con marchi contraffatti – privi di qualunque autorizzazione che ne permettesse la vendita.

La merce è finita sotto sequestro nel corso di un’operazione della guardia di finanza che ha individuato un mezzo pesante, carico di merce, nella zona della stazione centrale. Ad insospettire gli uomini delle Fiamme gialle, alcuni oggetti che avevano le sembianze delle torce elettriche: si trattava in realtà degli “storditori”, che hanno invece solitamente la forma di una pistola.

Poiché considerati vere e proprie armi in Italia, erano camuffati in torcia, in modo da passare inosservati. “Quando si preme uno dei pulsanti apposti sulla torcia con funzione di “grilletto” – spiegano dalla guardia di finanza – due freccette collegate a fili elettrici producono una scarica ad alta tensione e a basso amperaggio, rilasciate sottoforma di brevissimi impulsi: per sortire l’effetto desiderato, entrambe le freccette devono colpire il bersaglio, ma non necessariamente la pelle, essendo sufficiente il contatto con gli abiti.

Il blitz si è concluso con la denuncia di tre cittadini cinesi, ma le indagini sono tuttora in corso per risalire a coloro che riescono a fare entrare in Italia questo tipo di merce in grado di finire nei negozi della città.

 

 

 

 

 



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