La “pace fiscale” ancora non c’è. Nessuna intesa è stata raggiunta all’interno del governo giallo-verde per il provvedimento.
A niente sarebbe servito il vertice fiume di ieri sera fra i maggiorenti di Lega e 5 stelle per trovare il punto d’incontro. Il tavolo, a cui erano assenti i due vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, si è dato appuntamento alle 10 di stamattina, una corsa contro il tempo prima del consiglio dei ministri, previsto per le 17.
Il punto di scontro fra i partiti di governo sarebbe il “ravvedimento operoso”, una misura già varata, che prevede sanzioni a interessi ridotti per i pagamenti omessi in passato. I leghisti vorrebbero rinforzare questa norma, istituendo una sorta di dichiarazione integrativa a quella dei redditi. Contrari i pentastellati, che avrebbero definito l’iniziativa del Carroccio “inammissibile”.
La palla passa adesso al ministro dell’Economia Giovanni Tria, a cui spetterà – ancora una volta – il ruolo di tessitore delle fila della maggioranza. Il tutto dovrebbe però avvenire nell’arco di qualche ora: entro oggi è previsto l’invio della nota di aggiornamento del Def alla Commissione europea. Il documento sarà poi al vaglio del Consiglio europeo, nel vertice previsto per il prossimo mercoledì.