PALERMO – La Corte costituzionale boccia la legge 19 del 2021 con cui la Regione siciliana aveva riaperto i termini per il condono edilizio di opere abusive realizzate in aree sottoposte a vincoli idrogeologici, culturali e paesaggistici. Con la sentenza numero 252 la Consulta ne ha dichiarato l’illegittimità costituzionale.
I giudici hanno ritenuto quelle norme lesive della riserva allo Stato della tutela dell’ambiente, “in quanto in contrasto con la normativa statale di riferimento”, il decreto-legge. 269 del 2003.
La norma, qualora fosse stata approvata, avrebbe permesso di salvare decine di migliaia di domande del vecchio condono del 2003. Si trattava di richieste finora accantonate.
Formalmente non si trattava di un nuovo condono. Nel 2003, quando il governo Berlusconi varò l’ultimo condono edilizio in Italia, arrivarono in Sicilia migliaia di richieste che riguardavano immobili realizzati in aree a vincolo in zone, o vicino a zone, in cui le Sovrintendenze hanno posto vincoli paesaggistici o archeologici. Oppure in zone dove c’è un rischio idrogeologico, in particolare quelle nei pressi dei letti dei fiumi. O in aree definite di pregio.
La norma fu impugnata da Palazzo Chigi (governo Draghi). Il governo regionale decise di resistere davanti alla Corte costituzionale. Oggi la bocciatura.