Grande Sud: "Crocetta,| un Grillino senza Grillo" - Live Sicilia

Grande Sud: “Crocetta,| un Grillino senza Grillo”

"Quando il cattivo gusto e i macabri esempi che ricordano alla mente vittime illustri come Aldo Moro - scrive Grande Sud -, diventano sputo e ripunto per qualificare la propria appartenenza culturale, bisogna chiedersi fino a che punto questa può esse definita ironia".

L'EDITORIALE SULLA RIVISTA DEL PARTITO
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“Che brutto inizio per Rosario Crocetta. Il paragone con Renato Curcio, fondatore delle Brigate Rosse, definito a sole 24 ore di distanza un banale scherzo dialettico, è l’emblema di una pericolosa deriva qualunquista che rischia di offuscare il vero dibattito politico che un credibile e affidabile candidato dovrebbe alimentare: come risanare i conti della Regione e creare sviluppo”. Così l’ultimo editoriale di Grande Sud News, l’organo di informazione online del movimento politico guidato da Gianfranco Miccichè, dove viene precisato: “Quando il cattivo gusto e i macabri esempi che ricordano alla mente vittime illustri come Aldo Moro – prosegue il corsivo -, diventano sputo e ripunto per qualificare la propria appartenenza culturale allora bisogna chiedersi fino a che punto questa può esse definita ironia.

Non vorremmo che si tratti solo di un furbo espediente mediatico per concentrare l’attenzione più sull’apparire che sull’essere”. Per Grande Sud News “Rosario Crocetta, esponente di spicco di quella corrente “culturale” dove la diversità – che molti declinano in superiorità etico-culturale rispetto al resto del panorama politico – è un dogma, si è imborghesito. Utilizza tecniche di comunicazione proprie degli imbonitori. Grillino senza Grillo. Indossa i panni del rottamatore dei mali siciliani senza però descriverne i contorni, né i dintorni.

Di certo – continua – il silenzio imbarazzato di Pd e Udc, evoluzione di quei partiti che più di ogni altro hanno subito la violenza brigatista, è assordante. Se dovesse continuare – conclude il corsivo dell’organo di informazione online di Grande Sud – allora vuol dire che siamo finalmente giunti ad una svolta epocale nella comunicazione politica italiana: la fine del moralismo e dei professionisti dell’etica”.


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