Sulla vertenza Grande Migliore si è aperto un nuovo tavolo presso la commissione Attività produttive all’Ars. “Un’ulteriore garanzia”, a detta dei 269 lavoratori in cassa integrazione, anche se non si arresta lo stato di agitazione: “A Trapani – denuncia Mimma Calabrò della Cisl – la metà dei dipendenti rischierebbe il posto di lavoro”. Durante l’audizione, chiesta dai sindacati Fisascat Cisl e Filcams Cigil, è stata confermata la cassa integrazione a rotazione per i lavoratori della catena. Le sigle sindacali e l’ad Beppe Migliore saranno sentiti dalla commissione di Salvino Caputo (nella foto) tra quindici giorni. Un vero e proprio tavolo, dunque, che potrebbe unirsi a quello già aperto a villa Whitaker venerdì scorso, dopo che i dipendenti avevano manifestato per le strade del capoluogo siciliano.
A scatenare le giornate di sciopero dei lavoratori erano stati gli avvisi di cassa integrazione a zero ore senza che ne venissero chiarite le motivazioni. La notizia della cessione sarebbe stata infatti resa nota nell’ambito dell’incontro con il prefetto Umberto Postiglione, a seguito del quale l’azienda si impegnava anche di inserire una “clausola di salvaguardia” nel contratto di cessione: una garanzia per tutti i livelli occupazionali, per tutti i 269 dipendenti che con il fallimento di Grande Migliore sarebbero rimasti senza un posto di lavoro.
“Che ben venga una cordata di imprese sane”, ha commentato Mimma Calabrò, della Fisascat Cisl, riguardo la cessione del gruppo Migliore. La sindacalista però denuncia: “Giunge voce che a Trapani l’intenzione è quella di ridurre del cinquanta percento il numero dei dipendenti, e per tutti gli altri di dimezzare gli orari lavorativi. Non siamo disposti a far calpestare i diritti essenziali dei lavoratori”. Sarà forse questo uno dei punti del prossimo incontro del tavolo prefettizio previsto in settimana.
