Si ribellò al pizzo:| "Sarò senza scorta a Roma"

Si ribellò al pizzo:| “Sarò senza scorta a Roma”

Commenti

    Queste situazioni sono una pubblicità per la mafia, perché scoraggiano il cittadino a denunciare la richiesta di pizzo o altro, perché ha paura, poi, di essere lasciato solo.

    evidentemente non c’era esigenza di scorta, se ne faccia un ragione. La scorta non è un taxi

    Avete mai visto una scorta tolta ad un magistrato????
    Riflettete gente ….
    Riflettete

    E Bastaaaaa…..non conosxo il caso in questione però lo stato faccia una kegge che regolamenti il tutto …non si puo ne dare scorte a vita e nemmeno toglierle se servono .serve una legge…

    I professionisti dell’antimafia

    si, hanno tolto la scorta anche a magistrati…veda Ingroia. Hanno tolto la scorta ad altri testimoni di giustizia, vedi Vincenzo Conticello. Non vedo il problema. Non c’è nulla di strano.

    Sarebbe opportuno che lo Stato verificasse anche la credibilità di certi testimoni di giustizia o collaboratori

    Sabato hanno anche revocato la scorta all’imprenditore Todaro che, con molta serietà, non ha fatto polemiche e ringraziato la scorta. Prassi normale. Non si capiscono certe reazioni scomposte. Evidentemente non vi sono più ragioni per tenerla. Stop. Quante chiacchiere

    In compenso la SCORTA l’ha Pietro GRASSO. Per favore ditemi il ruolo oggi?

    … obbiettivamente è un pericolo girare per Roma con i mezzi pubblici (scale mobili che sprofondano, autobus che si fermano ecc…) … i comuni mortali che, con il loro onesto lavoro si oppongono quotidianamnete a qualunque abuso e soppruso, possono attenderli senza problemi di traffico ….

    Nicolò le sue dichiarazioni sono false. Chi denuncia non pensa alla scorta e sa che se serve ha lo Stato vicino. Fortunatamente siamo nel 2019. BASTA con i Professionisti dell’antimafia.
    Andate a lavorare con i mezzi pubblici invece di farvi scortare ogni giornoper andare in televisione. Avete fatto la vostra parte denunciando gli estortori come tanti altri cittadini/imprenditori che invece di sfruttare la posizione, continuano ogni giorno a battere il chiodo.
    Se chi valuta l’assegnazione delle scorte ritiene che non ci siano più le condizioni di pericolo bisogna accettare la decisione con rispetto ed umiltà.

    “Soltanto” giudice a latere nel maxiprocesso alla mafia, non una denuncia di pizzo!

    Segui l’esempio del Sig. Todaro

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Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.

Cateno De Luca sforna nuovi movimenti e partitini con la stessa velocità e noncuranza con cui passa dalle invettive agli apprezzamenti per tornare di nuovo alle invettive. Le vicende che lo hanno visto altalenante nei rapporti con l'ologramma e la banda bassotti politica ne sono la prova. Attualmente il pendolo è tornato ad oscillare a sinistra, ma quelli non ne vogliono sapere e di tentare un'altra avventura in solitaria non è cosa. Perciò il soggetto si agita e prova a restare al centro dell'attenzione mediatica non potendo essere al centro della scena politica. Come gli finirà lo vedremo, ma la credibilità politica è uscita fortemente minata dalle tante scelte sbagliate che si stanno "mangiando" anche l'aura di bravo amministratore sulla quale ha fatto sempre affidamento.

Peccato che il 95% dei siciliani che tornano dal nord per le festività natalizie già il biglietto aereo (carissimo!!!) l'avevano comprato, non potendo aspettare i comodi della Regione Siciliana e rischiando di non riuscire ad acquistare il biglietto del treno partecipando ad una sorta di click day. Iniziativa deplorevole e iniqua!

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