PALERMO – La nuova stagione sportiva si avvicina sempre di più e quella del basket non sarà affatto come le precedenti. Il Green Basket Palermo ripartirà dalla serata di festa che ha sancito il suo ritorno sul panorama nazionale della palla a spicchi. Quella Serie B che oggi in tante sono costrette a salutare, rinunciando al proprio diritto di prenderne parte, ma che per la società della famiglia Mantia resta un patrimonio da difendere nonostante le difficoltà.
Il presidente biancoverde, Fabrizio Mantia, parla apertamente di uno scenario che avrebbe potuto vedere il traguardo tanto inseguito dissolversi così come era arrivato. Una condizione dettata da complessità molto chiare e altrettanto risolvibili.
In un contesto generale siciliano, nel quale diverse squadre pensano o hanno già deciso di fare un passo indietro, come si colloca il Green Basket e la famiglia Mantia?
“È molto complesso il periodo in cui stiamo vivendo, nel quale apparentemente può sembrare di essere usciti dal periodo Covid, cosa che purtroppo non è assolutamente vera. I problemi restano e molte società stanno operando un passo indietro, nella fattispecie sono molto dispiaciuto che una realtà virtuosa come Torrenova si sia vista costretta a farlo. Non nego che anche stavolta, ho riflettuto a fondo su questa eventualità, ma alla fine ho scelto di proseguire, vista la prospettiva di poter dare un basket di livello stabile a Palermo. Vogliamo ancora sognare che una piazza come Palermo, insieme a partner forti, possa ambire anche a serie diverse. Per fare questo bisogna mettere insieme le professionalità, con dei gruppi imprenditoriali che ad oggi non si sono avvicinati, ma che crediamo in futuro possano guardare a questa opportunità, così come avvenuto con il calcio a Palermo, naturalmente con le dovute differenze”.
Da cosa dovrà passare la prossima stagione per fare in modo di mantenere ciò che è stato conquistato l’anno scorso?
“Dovrà passare dal non sbagliare nulla. Da non sbagliare la squadra, l’allenatore e i dirigenti, creando un mix giusto con il pubblico che deve essere il sesto uomo oggi più che mai. Sarà una stagione di Serie B molto complicata, con molte retrocessioni per via della riforma che porterà ad una super Serie B. Noi proveremo a restare nel rango di queste migliori, ma questo dovrà passare non solo da una costruzione oculata, ma anche da fattori ‘ambientali’, non ultimo il girone nel quale saremo inseriti”.
Cosa serve ad una società cestistica attualmente per restare ‘viva’ e competitiva?
“Serve essere società moderna. Oggi il modello dell’appassionato imprenditore che mette tanti soldi nel club sembra essere tramontato. Oggi le società devono essere sostenibili, condotte managerialmente, con un sostegno importante da parte delle amministrazioni. Un esempio su tutti è il palazzetto: le società di vertice dovrebbero poter usufruire degli spazi, ma soprattutto poter fare impresa sportiva, così da potersi autofinanziare. Poi serve lo slancio da parte della città, che creda nel modello sportivo a 360 gradi, dunque non solo su calcio, basket o volley, ma proprio su tutto lo sport cittadino. Una città si qualifica anche per gli sport di vertice che può vantare. Solo così la base può allargarsi, con tanti ragazzini che si avvicinano allo sport e Palermo su questo è stata per troppo tempo manchevole. Speriamo che la nuova amministrazione cittadina abbia un’apertura mentale diversa su questo importante tema”.