Grillo, lasci stare la mafia - Live Sicilia

Grillo, lasci stare la mafia

Caro Grillo. Siamo uomini dallo stomaco inossidabile e accettiamo quasi tutto. Va bene il "vaffanculo" come deriva estetica della commedia dell'arte. Va bene la posa da rivoluzionario. Vanno bene le parolacce che - a ben rifletterci - sono lo stratagemma più conformista che c'è. Ma con la mafia, lasci perdere.

Caro Grillo. Siamo uomini dallo stomaco inossidabile e accettiamo quasi tutto. Va bene il “vaffanculo” come deriva estetica della commedia dell’arte. Va bene la posa da rivoluzionario. Vanno bene le parolacce che – a ben rifletterci – sono lo stratagemma più conformista che c’è. Pazienza. Vanno benino – giacché siamo in democrazia – le punzecchiature al Presidente della Repubblica. Ma con la mafia, lasci perdere. E’ cosa troppo grande per un comico che si è scoperto politico, pure per un geniaccio di talento come lei. Ora, lei, caro Grillo, secondo le cronache in piazza a Palermo avrebbe pronunciato la frase storica: “La mafia non ha mai strangolato i propri clienti, si limita a prendere il pizzo”. Suona male, perfino come battuta. Lei direbbe mai che i nazisti non hanno, in fondo,  ammazzato nessuno a casa dei parenti di Anna Frank?

C’è un limite alla provocazione che non può essere oltrepassato. Accade quando le parole perdono la levità che le contraddistingue e diventano piombo fuso in un contesto amaro di carne, sangue e lutti. Dovrebbero rotolare sempre aggettivi continenti, sostantivi rispettosi. Un leader che aspiri a rappresentare la buona politica dovrebbe essere in grado di usare il cianuro del paradosso, come forza d’urto, ma anche imparare a fermarsi al cospetto di soglie invalicabili.

Lasciamo stare la retorica. Mettiamo da parte certa antimafia gonfia di vento. Nonostante tutto, la mafia resta una cima impervia, impossibile da scalare, se si affronta con l’equipaggiamento inadatto del motto salace. Perché troppi sono i morti. E troppi sono quelli che piangono. E troppe sono le ferite. E troppe sono le cicatrici. C’era bisogno di un grido scomposto che ha la protervia di un insulto in faccia ai siciliani?

Caro Beppe Grillo, se lei scorre queste pagine vedrà una foto particolare. Ritrae Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. C’è chi li tratta da eroi, statue di  marmo da anniversario e basta, quasi incapaci di dolore. Invece Giovanni e Francesca erano anche un uomo e una donna innamorati. E ogni tanto mettiamo la foto sgranata e consunta apposta che li immortala, perché immaginiamo la loro memoria vivente slabbrata ogni poco da affermazioni inconsulte e da silenzi vigliacchi. Caro Grillo, purtroppo lei ha contribuito alla corrosione e all’offesa, con la sua trovata sulla mafia che non strangola e, magari, scioglie i bambini nell’acido e amazza i magistrati onesti. Francamente la preferivamo da comico, a Sanremo, non ancora politico da comizio. Allora almeno sapeva che certe barzellette non fanno nemmeno sorridere.


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