Il post del medico palermitano: "Ecco cosa fa il Covid"

“Guardate cosa fa il Covid”, ecco le immagini della polmonite

"A fermare il virus non sarà il moltiplicarsi dei dpcm, ma la consapevolezza che il destino della salute dei nostri cari è nelle nostre mani".
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PALERMO- Giuseppe Maniaci è un bravo e giovane medico, un radiologo che lavora tra Partinico e Corleone. Qualche ora fa, sul suo profilo Facebook, ha pubblicato una ‘sequenza’ anonima e ha scritto: “Un Radiologo si affida alle immagini anche per osservare la realtà. E la realtà non è rosea. Questi sono quadri di polmonite interstiziale da Covid-19 che ormai sono diventati pane quotidiano nel nostro piccolo ospedale di provincia convertito ancora una volta per l’occasione. Solo che stavolta c’è l’emergenza, quella vera! Un ospedale già pieno a una settimana dalla sua apertura con pazienti positivi che continuano ad arrivare anche spontaneamente. Il Covid colpisce solo gli anziani?”.

“Volutamente ho scelto immagini di pazienti di età compresa tra i 40 e i 55 anni. Chiamali anziani! Noi possiamo rimanere svegli tutta la notte a refertare, con i tecnici tutti bardati a fare avanti e indietro cui va tutto il mio grazie, i colleghi anestesisti, cardiologi, internisti, possono fare i salti mortali per cercare di prestare soccorso e sopperire alle notevoli carenze strutturali e di personale, ma qui ciascuno di noi deve fare la sua parte! A fermare il virus non sarà il moltiplicarsi dei dpcm, ma la consapevolezza che il destino della salute dei nostri cari (e permettetemi della nostra economia) è nelle nostre mani: mascherine, distanziamento, evitare gli assembramenti e rimandare a periodi migliori il non necessario! E a quanti continuano a minimizzare, negare, travisando dati o condividendo bufale, bene venite in ospedale o nelle rsa a fare volontariato… C’è tanto bisogno di personale!”.

Il dottore Maniaci, raggiunto al telefono, spiega: “La Sanità sta dando una grande prova per cercare di reggere l’urto. Ma non esiste un sistema sanitario che possa sopportare carichi esponenziali e a lungo termine. Per questo ho lanciato il mio appello che non vuole essere polemico e che è il piccolo contributo di chi lavora sul campo. Vorrei far riflettere tutti sui comportamenti corretti da adottare che, al momento, sono la strada più sicura. Noi lavoriamo in ospedale e sappiamo che un paziente Covid si ritrova all’improvviso solo, lontano anche dai suoi stessi affetti. Ecco perché cerchiamo di garantire non soltanto le cure, ma tutta l’umanità possibile. Per favore, stiamo attenti e proteggiamo la vita, la nostra e quella degli altri”.


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