PALERMO – Nella guerra per il controllo delle camere di commercio siciliane arriva un’improvvisa accelerazione. Che irrompe tra i veleni e le polemiche che si stanno addensando a colpi di esposti, inchieste e interrogazioni parlamentari sul risiko degli enti camerali. “E’ necessario voltare pagina nella gestione delle Camere di commercio in Sicilia, per questo mi impegnerò affinché i tempi e le procedure per il rinnovo dei vertici delle quattro Camere siciliane siano celeri e trasparenti”, dice oggi citata dall’Ansa l’assessore regionale alle Attività produttive, Mariella Lo Bello. Che il 10 marzo scorso aveva chiesto controlli a tappeto sul numero degli iscritti delle associazioni che compongono gli enti in Sicilia. Ma dopo la frenata di marzo, l’iter riparte. “Avevamo deciso di fare controlli su tutte le iscrizioni ma abbiamo capito che servivano mesi e mesi”, spiega oggi a Repubblica la Lo Bello.
Si va avanti, insomma, malgrado il caso sia finito all’attenzione dei magistrati. In particolare per la Camera del Sud Est, quella che accorperà Catania, Siracusa e Ragusa. Lì, lo scontro tra Ivan Lo Bello da una parte e Pietro Agen – che sarebbe vicino, secondo ricostruzioni di stampa, in questa contesa all’ex dioscuro di Lo Bello Antonello Montante – dall’altra, per il controllo del nuovo ente promette strascichi giudiziari per via dell’esposto presentato dal cartello che fa capo alla Confindustria siracusana sui numeri degli iscritti di alcune associazioni. Un caso in qualche modo speculare a quello denunciato a Palermo da Confcommercio, che nel capoluogo con Patrizia Di Dio sfida la cordata guidata da Confindustria che candida Alessandro Albanese. Anche qui sono giunte segnalazioni all’assessorato, con le quali alcune imprese hanno fatto notare di risultare erroneamente iscritte ad associazioni alle quali non avevano in realtà mai aderito. Numeri che, trasformandosi in seggi da assegnare alle associazioni nel consiglio alla Camera di Commercio, potrebbero avere un peso determinante nell’elezione della nuova giunta e, quindi, del nuovo presidente dei tre nuovi enti. A questo punto l’accelerazione che si imprime all’iter, secondo quanto annunciato dall’assessore alle Attività produttive, potrebbe penalizzare nella partita catanese il blocco vicino a Ivan Lo Bello, che si era appunto rivolto alla procura per segnalare le presunte anomalie.
L’inquietante guerra degli enti camerali siciliani, strategici tra l’altro per il controllo degli aeroporti, era anche finita al centro di un’interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle che tra l’altro criticava il governo regionale per l’inerzia e denunciando “diverse e ripetute gravi violazioni e vicende opache”, lamentava come lo slittamento sine die della costituzione delle nuove Camere consenta “il mantenimento della carica senza alcun limite temporale agli attuali organismi”. In particolare i grillini criticavano la permanenza in carica di Antonello Montante, presidente della Camera nissena e di Unioncamere Sicilia, che proprio ieri ha visto prorogato il suo mandato su invito del consiglio dell’associazione delle camere di commercio siciliane (quattro delle quali guidate da commissari nominati dal governo) preso atto dell’indisponibilità degli altri presidenti.
La proroga di Montante a Unioncamere sarà limitata al periodo di accorpamento delle camere, che diventeranno quattro in tutto. Il presidente di Confindustria ha chiesto al governo regionale di accelerare l’iter degli accorpamenti e ha già detto di non volersi ricandidare né alla guida di Unioncamere né per la camera di Caltanissetta (che si unificherà con Agrigento e Trapani).
Ma la proroga a Unioncamere è stata aspramente criticata dal Movimento 5 Stelle, da Sicilia Nazione e da Sinistra Italiana (“la riconferma di un indagato per concorso esterno in associazione mafiosa è un fatto gravissimo”, ha detto Erasmo Palazzotto) e perplessità sono state espresse anche dalla Cna siciliana, la confederazione degli artigiani, che chiede al governo nazionale e regionale di “valutare eventuali commissariamenti, ritenendo inopportune ulteriori proroghe dei vertici delle Camere di Commercio e di Unioncamere”. E così va avanti la delicata partita di potere per gli enti camerali, finita anche nelle intercettazioni dell’inchiesta di Potenza su Gianluca Gemelli. Una partita che adesso potrebbe improvvisamente accelerare.