29 Ottobre 2020, 20:22
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PALERMO – È stato convalidato il fermo della persona che avrebbe partecipato ai disordini di ieri pomeriggio in Corso Vittorio Emanuele, a Palermo.
Si tratta di Francesco Gambino, classe ’93, residente personaggio già noto alle forze dell’ordine, ultrà del tifo organizzato del Palermo, già sottoposto a Daspo dal questore per il suo comportamento violento.
Doveva essere una protesta pacifica di alcuni commercianti e lavoratori del settore della ristorazione contro le misure per fronteggiare il Covid ed invece è scoppiato il finimondo.
Alcuni manifestanti, da cui la maggioranza si è dissociata, ha iniziato a lanciare petardi e bottiglie di vetro contro i poliziotti in tenuta anti sommossa.
Giudicato per direttissima, in attesa della sentenza, Gambino è stato mandato ai domiciliari. Le ipotesi di reato sono resistenza, violenza, violazione dell’articolo 5 bis della legge 152/75 che vieta l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona.
Si valuta, su richiesta della Procura di Palermo, anche la violazione dell’articolo 6 della legge 895 del 1967 che recita: “Chiunque, al fine di incutere pubblico timore o di suscitare tumulto o pubblico disordine o di attentare alla sicurezza pubblica, fa esplodere colpi di arma da fuoco o fa scoppiare bombe o altri ordigni o materie esplodenti, è punito, se il fatto non costituisce più grave reato, con la reclusione da uno a otto anni”.
Gambino,, su cui indagano i pm e la Digos, è lo stesso tifoso che il 17 novembre 2019 a Palmi (Reggio Calabria) partecipò agli scontri durante la partita tra Palmese e Palermo. Scontri su cui si è fatta chiarezza grazie alle intercettazioni del recenti blitz contro la mafia di Borgo Vecchio.
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29 Ottobre 2020, 20:22