"Hai pianto insieme a me" | Loredana, un'anima gentile - Live Sicilia

“Hai pianto insieme a me” | Loredana, un’anima gentile

Chi era Loredana Lopiano, assassinata a coltellate ad Avola. Lo sgomento di una comunità.

Si può lontanamente immaginarlo il dolore di Loredana, mentre qualcuno che non ha ancora un nome, solo sospetti – le indagini sono in corso – stamattina l’assassinava a coltellate. Si può immaginare lo stupore di un’anima gentile che scopre la crudeltà senza riparo, in un giorno che voleva essere normale.

Perché Loredana Lopiano, infermiera, massacrata ad Avola, gentile lo era davvero. Era una persona che si occupava della sofferenza, lavorando nel reparto di Oncologia dell’ospedale ‘Di Maria’ di Avola. Se ne occupava e la consolava. Non è facile maneggiare speranze, cateteri, garze e sorrisi in quelle stanze, lì dove arrivi e partenze hanno lo stesso suono.

Che fosse garbata e pronta – Loredana, sorriso vivo, atrocemente uccisa – lo testimoniamo i commenti sui social. C’è la rabbia di chi si rifugia nella suggestione della forca e dell’ergastolo, tanto cara ai tempi, per il colpevole, chiunque egli sia. Ma c’è pure qualcosa che somiglia alla tenerezza. Scrivono: “Ricorderò per sempre la tua dolcezza e sostegno che hai dato in questa battaglia a mia madre. Riposa in pace “gioia” come chiamavi sempre tutti”.

Aggiungono: “L’ho conosciuta otto anni fa quando facevo la chemio ed era paziente e dolce con tutti”. Un implicito riconoscimento di umanità: raccontare la pazienza di una donna ‘paziente’, per volontà, in mezzo a coloro che pazienti lo sono per forza, senza averlo scelto. E ancora: “Loredana, una persona per bene che esercitava la professione con passione e umanità. Chi l’ha conosciuta sa che cosa ha perso”.

Il sindaco di Avola, Luca Cannata, ha fissato il lutto della sua comunità: “Siamo sconvolti. Quanto accaduto stamattina è veramente un dramma che ha scosso non solo me, ma l’intera comunità avolese. Oggi è il giorno delle lacrime e della richiesta di giustizia. Lasciamo che le forze dell’ordine facciano il proprio lavoro, portando alla luce fatti e colpevole di un gesto tanto violento, quanto folle”.

E ancora: “Senza parole, una bravissima persona, sempre col sorriso, quando veniva mia moglie a fare chemio ti trovava sempre col sorriso in bocca ed eri sempre disponibile grazie per la disponibilità che hai avuto, riposa in pace”.

Ma è l’ultimo il commento in cui ci si imbatte che resta soprattutto nella memoria: “Loredana quanto mi dispiace, non meritavi tutto questo. Una persona buona come te che faceva il suo lavoro con amore. Il giorno in cui mi hanno detto che per mio padre non c’era più nulla da fare hai pianto insieme a me e mi hai abbracciato. Non ti dimenticherò mai”. Non si dimenticano mai gli abbracci donati nel momento più estremo. Gli stessi abbracci con cui circondare, adesso, coloro che hanno amato quell’anima gentile.  Un grazie che sboccia lì dove il dolore fa più male.

 

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