”Il nuovo procedimento? Ormai è tutto finito, ciò che vogliono fare facciano, hanno distrutto la famiglia, l’uomo. Vogliono continuare a infierire lo facciano pure. Non cambia nulla”. Lo dice Silvio Cuffaro, 46 anni, sindaco di Raffadali (Ag) da tre anni e mezzo, commentando la conferma della condanna a sette anni di carcere per il fratello Totò che da ieri è in una cella di Rebibbia a Roma, e che è imputato in un altro processo per mafia. Il pm ha chiesto la condanna a 10 anni di reclusione. ”Mio fratello – aggiunge – lo ha detto e lo ha fatto: le sentenze vanno rispettate. E’ un uomo delle istituzioni. Lo è sempre stato. Ieri è stato in chiesa in raccoglimento poi l’avvocato gli ha comunicato la notizia della conferma della condanna a sette anni di carcere per favoreggiamento aggravato ed è voluto andare subito dai carabinieri. Si è costituito a Roma, penso, per poter stare più vicino a suo figlio che vive nella Capitale”.
Lui, Silvio, ha trascorso le ore della tensione, prima della decisione della Cassazione, accanto al fratello Totò. Lo ha abbracciato forte prima che andasse dai carabinieri per farsi portare a Rebibbia. ”Un momento di grande dolore” dice Silvio. ”L’amarezza di chi conosce mio fratello Totò – aggiunge – è grande. La gente sa perfettamente, a differenza di chi si pronuncia a nome del popolo italiano, che non è un mafioso e non ha mai avuto a che fare con la mafia. Io penso che coloro che lo conoscono a prescindere dal colore politico non possono che essere consapevoli di cio”’. Silvio racconta di aver ricevuto manifestazioni di affetto da centinaia di persone. ”Hanno telefonato piangendo – dice – Molti non hanno avuto la forza di dire ciò che volevano esprimere perché scoppiavano in lacrime durante il dialogo. So solo che ci sono persone con quattro ergastoli che sono libere e mio fratello è in carcere e non so la ragione”.