Ho visto il Gabibbo a Palermo - Live Sicilia

Ho visto il Gabibbo a Palermo

Il pupazzo a spasso in via Libertà
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2 min di lettura

Ho visto il Gabibbo. L’ho visto a un passo dalla nostra redazione in via Libertà. Ho visto il Gabibbo a Palermo, su un marciapiede qualunque. Mi sono fiondato – folgorato dall’apparizione – divorando (bè…) gli scalini a quattro a quattro. Giunto a un tiro (piccolo) di sasso da lui, avrei voluto sfiorarlo con una mano riverente. Non ho osato. Una bimba profana, accanto a me, non ha avuto ritegno, per maggiore dimestichezza con i peluche. Gli ha preso il braccio, l’ha tirato. Ha esclamato più volte: “Ciao Gabibbo”. Blasfemia pura. Ricordo che solo una volta mi colse una tale muta frenesia. Quando mi trovai a un palmo dal re dei giornalisti, Vittorio Zucconi, il modello inarrivabile. Avrei voluto raccontargli una vita intera, non osai aprire bocca.
Io fino a ieri pensavo che il Gabibbo fosse l’inveramento onirico di una astrazione televisiva. Un semidio a rovescio. Io, davvero,  fino a ieri pensavo che il Gabibbo fosse un incubo digestivo di Enzo Iacchetti e che Enzo Iacchetti fosse un incubo gastrico di Ezio Greggio. Invece esiste. Forse Iacchetti e Greggio sono gli incubi digestivi del Gabibbo. Non lo so più. Non ho certezze. Capite l’emozione. Tanti anni di carriera giornalistica e adesso eccomi al cospetto del pupazzo che ha soppiantato i veri cronisti nella credibilità e nell’affetto delle persone. Ricapitolando: il Gabibbo è l’incubo digestivo di Iacchetti e Greggio, o forse è il contrario. I giornalisti sono pupazzi. Il Gabibbo è sincero.
Accanto a lui la bravissima Stefania (Petyx) col meraviglioso bassotto, un po’ rintronato per l’occasione. Pare che il Gabibbo sia sbarcato a Palermo per un sequel sui beni confiscati, un’altra puntata sulla polemica delle concessioni facili. La voce si è sparsa in via Libertà. Lui ha salutato ancora, con simpatico atteggiamento principesco, ma costituzionale e democratico, prima che la folla s’addensasse. Si è infilato in una macchina con autista. E la gente acclamava: “Tale u’ Gabbbibbbo!”, perché con sei “B” fa perfino più impressione.
Tanta è stata la suddetta impressione che nemmeno gli abbiamo chiesto (noi presenti al Gabibbo) se per caso accetterebbe di fare il sindaco di Palermo, col bassotto come vice. Pensate che scruscio, che rivoluzione. Avremmo finalmente un primo cittadino in carne e ossa. R.P.


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