Humanitas, tribunali e veleni | Via libera ai nuovi posti letto - Live Sicilia

Humanitas, tribunali e veleni | Via libera ai nuovi posti letto

Crocetta e Borsellino prima stopparono l'affare, poi non si opposero al Tar. Gucciardi ha firmato il decreto. La vicenda è giunta in Procura.

PALERMO – Alla fine, Humanitas avrà i suoi posti letto. E la Regione pagherà circa cento milioni in dieci anni per il centro oncologico che sorgerà a Misterbianco, nel Catanese. Anche se sul governo Crocetta pende ancora il rischio di una richiesta di risarcimento danni per il ritardo nell’avvio dei lavori. Una richiesta che al momento la società non ha ancora ritirato, nonostante in estate l’assessore alla Salute Gucciardi avesse dato il via libera al nuovo investimento, adeguandosi all’obbligo imposto dal Tar.

Perché la storia dell’investimento di Humanitas in Sicilia è vicenda politica e giudiziaria. Il caso infatti scoppia in Commissione Sanità all’Ars nell’ottobre del 2013, quando i deputati si accorgono che quasi quattro mesi prima il governo aveva approvato (tecnicamente “apprezzato”) una strana delibera. Quel documento, infatti, saltato fuori dalla giunta il 2 luglio di quell’anno, con la firma in calce del presidente della Regione Rosario Crocetta, dava il via libera al mega-investimento. Il governo si impegnava, in quell’occasione, a riconoscere alla struttura una settantina di posti letto convenzionati in più. Pagati dalla Regione, quindi, che avrebbe riconosciuto ai privati anche un budget che poteva arrivare fino alla cifra di dieci milioni di euro aggiuntiva.

Il caso, come detto, assume subito una connotazione politica e mette a nudo i rapporti tesi all’interno della maggioranza di Rosario Crocetta. Una maggioranza dalla quale, in quei giorni, l’Udc sembra pronta ad uscire: “Il governo ritiri quella delibera o ce ne andiamo”, tuonava il ministro D’Alia. E l’ira dei centristi, al di là delle dichiarazioni ufficiali, è legata al fatto che quella clinica fosse considerata “nell’orbita” dell’area politica che fa capo a Luca Sammartino (la madre era direttrice del centro), passato dai centristi ad “Articolo 4” e adesso tra i “renziani rampanti” del Pd.

Il presidente Crocetta prova subito a gettare acqua sul fuoco. “Quella delibera – assicurava a fine 2013 – sarà sospesa. E comunque non è ‘esecutiva’”. Non sarà così. E nel frattempo la “guerra” si sposta nei tribunali. Non solo quelli amministrativi. Una intervista di D’Alia a Livesicilia spinge i pm catanesi ad aprire un fascicolo sulla vicenda. Al centro di quella intervista, la scelta del governo Crocetta di non opporsi di fronte alla decisione del Tar di considerare illegittimo lo stop a Humanitas. Una decisione, quella dei giudici amministrativi fondata su alcuni errori nell’iter della revoca portato avanti dal governo Crocetta così “marchiani”, disse D’Alia, da destare qualche sospetto. Non a caso l’ex ministro parlò di “atti suicidi”.

Insomma, Crocetta e Lucia Borsellino, allora assessore alla Salute, prima danno il via libera all’investimento. Poi, dopo le polemiche decidono di revocare la decisione. Ma lo fanno sbagliando l’iter e costringendo il Tar ad annullare quella revoca. A quel punto, fatto insolito, il governo “sconfitto” decide di non opporsi alla decisione del Tar. Dando, così, nella sostanza il “nulla osta” all’investimento.

Un “caso” che è stato raccontato in più di un esposto dell’associazione SiciliaOpenGov di Gaetano Armao, che ha inviato la documentazione alla Procura della Repubblica di Palermo, oltre che al presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone e ai ministeri della Salute e delle Finanze.

Lo stesso Armao, nei giorni in cui Livesicilia sollevò il caso, fu anche querelato dall’allora assessore Borsellino per un commento in calce a uno degli articoli di questo giornale. Una querela archiviata: quel commento rientrava nel diritto di critica. La storia dell’investimento di Humanitas a Misterbianco è anche una storia di tribunali.

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