I cristiani devono essere onesti? - Live Sicilia

I cristiani devono essere onesti?

Non è da buon cristiano entrare nella cabina elettorale e scegliere il peggio del peggio per soddisfare un bisogno personale a danno della collettività, inquinando il livello etico e qualitativo della politica e delle istituzioni.

Quest’anno si festeggia, con diverse manifestazioni celebrative, il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, il santo dei giovani (1815-1888). Non mi soffermerò sulla sua vita e sulle sue opere, lo faranno altri meglio di me, ma su ciò che personalmente, da ex allievo salesiano, giudico il cuore pulsante della missione donboschiana, una missione attualissima e rivoluzionaria nella sua disarmante semplicità, perfetta sintesi tra fede e laicità: formare buoni cristiani e onesti cittadini. Se per don Bosco, infatti, il fine assoluto era la salvezza dell’anima, l’obiettivo immediato, come amava ripetere, era di fare dei giovani che affollavano gli oratori e le scuole professionali da lui fondati, con l’amore e l’esempio, in una scelta libera e consapevole, dei buoni cristiani e degli onesti cittadini. Il messaggio, implicito nella missione, è senza tempo, dirompente, da porre prepotentemente al centro non solo del mondo salesiano ma della Chiesa universale.

Una Chiesa che forse si è sempre eccessivamente preoccupata e occupata di cosa avviene nella sfera privata dei fedeli, dei cosiddetti atti impuri, assolvendo troppo facilmente l’impurità della coscienza, e molto meno di quanto i frequentatori di santuari e sacramenti siano davvero testimoni credibili del Vangelo, nella quotidianità e nella cura e gestione dei beni comuni e della cosa pubblica. Un messaggio che spazza via ambiguità e compromessi al ribasso, in una società in cui corrotti e corruttori, tangentisti e furbetti del quartierino, evasori e accumulatori spregiudicati di ricchezze, politicanti gongolanti nei loro privilegi e mafiosi e amici dei mafiosi ce li ritroviamo a messa la domenica a battersi il petto e a ricevere l’Eucaristia. Solo Dio può giudicare, a noi l’obbligo del pentimento vero, visibile, e non di facciata.

Non sono solo i potenti e i ricchi, però, gli unici destinatari della provocazione che possiamo trarre dal compito ambizioso che don Bosco si era assegnato. Il cosiddetto uomo della strada, parlo del devoto orante con crocifisso al collo e santini per tutti i gusti nel portafoglio, spesso dimentica che non è da buon cristiano entrare nella cabina elettorale e scegliere il peggio del peggio per soddisfare un bisogno personale a danno della collettività, inquinando il livello etico e qualitativo della politica e delle istituzioni, non è da buon cristiano cercare una raccomandazione sapendo che si sta rubando un diritto a qualcun’altro più meritevole, non è da buon cristiano consumare piccole e grandi illegalità per trarne un beneficio, non è da buon cristiano frequentare mafiosi e sodali.

Non è da buon cristiano, neanche, sporcare le strade e i marciapiedi della propria città, non pagare il biglietto dell’autobus, non rispettare le persone, gli animali, l’ambiente, o occupare con l’auto, ostentando l’arrogante egoismo dell’autosufficienza, lo scivolo dedicato ai disabili. L’intuizione di don Bosco, eccezionalmente profetica e perenne, al di là del credo di ognuno o di alcun credo, nell’era illuminata di Papa Francesco, serve da monito alla Chiesa stessa, perché il Cristo non scaccia dal Tempio i gay, i divorziati o i conviventi ma chi della sua casa ne aveva fatto una spelonca di ladri; non condanna la prostituta e i pubblici peccatori ravveduti ma gli ipocriti e i sepolcri imbiancati. Serve da monito a noi cristiani, che dobbiamo tenere presente la seguente verità da cui non si può sfuggire con astuzie terrene: si può essere onesti cittadini e non essere buoni cristiani, magari perché non si onora il precetto domenicale, anzi, non esserlo affatto, ma non è possibile il contrario. Non si può essere buoni cristiani se non si è onesti cittadini.

Nota: Buoni cristiani e onesti cittadini, se ne parlerà domenica 24 maggio alle 9,15 a Sala delle Lapidi a Palermo, nell’ambito di un convegno organizzato dall’Unione Exallievi Salesiani.

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