I 'Camaleonti' della mafia: le richieste di pena

I ‘Camaleonti’ della mafia: le richieste di pena

Il troncone ordinario dell'inchiesta che ha smantellato il clan Cappello di Catania.

CATANIA – Le pene chieste sono pesanti come un macigno. Al termine della requisitoria le pm Antonella Barrera e Tiziana Laudani hanno formulato le richieste di condanna al Tribunale di Catania davanti al quale si sta celebrando il troncone ordinario del processo Camaleonte. Un’inchiesta quella della Squadra Mobile e della Dda etnee che hanno smantellato – letteralmente – i tre gruppi che compongono il clan Cappello di Catania. Dagli autonomi di Mario Strano, ex boss di Cosa nostra di Monte Po, ai Carateddi del Passareddu agli storici collegati con un filo diretto al nome del padrino al 41bis Turi Cappello. Intercettazioni, pedinamenti, osservazioni. Le due magistrate hanno sviscerato pezzo per pezzo i pilastri dell’indagine per poi passare alle prove maturate nel dibattimento per i sei imputati alla sbarra. Le accuse – a vario titolo – passano dall’associazione mafiosa alla droga.

Un processo che si è animato anche con gli esami di alcuni co-imputati dell’abbreviato già arrivato alle condanne del gup. Ma a rafforzare l’impianto accusatorio ci sono state le rivelazioni di Salvatore Castorina, coinvolto nel blitz del 2020. 

Le pm Barrera e Laudani hanno chiesto di condannare Alfredo Ferrera a 20 anni, Salvatore Pecora 13 anni e 6 mesi, Giuseppe La Greca a 12 anni, Alfio Strano a 17 anni, Ferdinando Di Mauro a 8 anni e 4 mesi, Alfio Strano a 17 anni, Antonino Gianluca Stuppia a 3 anni in continuazione rispetto alla sentenza Revenge. 

La prossima udienza, fissata per il 2 marzo, sarà dedicata alle arringhe delle difese. 


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