I casi Seus, Esa e Riscossione | Il futuro incerto dei lavoratori - Live Sicilia

I casi Seus, Esa e Riscossione | Il futuro incerto dei lavoratori

Migliaia di lavoratori nel limbo che aspettano l'esito le riorganizzazioni attivate dalla Regione

PALERMO – Trasformazione di Seus, soppressione dell’Esa, liquidazione di Riscossione Sicilia. Grandi manovre che si scontrano però con ostacoli burocratici, legislativi e giuridici che generano in migliaia di lavoratori comprensibili apprensioni per il proprio futuro professionale. Più di tremila i dipendenti di Seus, più di seicento quelli dell’Esa, quasi 700 quelli di Riscossione Sicilia: numeri che, sommati, rischiano di diventare una bomba occupazionale difficilmente gestibile, soprattutto se si tiene conto di altre sacche di lavoratori in subbuglio da molto più tempo, come quelli della formazione professionale o quelli dell’albo delle ex partecipate regionali, per cui la Regione non ha ancora una strategia definita d’azione.

Da Seus ad Areus

Le preoccupazioni dei lavoratori di Seus sono soltanto le ultime in ordine cronologico. Poco più di una settimana fa, come anticipato da LiveSicilia, la giunta guidata da Nello Musumeci ha approvato una delibera che dà il via a un percorso di trasformazione della società che gestisce il 118 in azienda regionale per l’emergenza e l’urgenza (Areus), realizzato sul modello lombardo grazie a un protocollo d’intesa con la Regione Lombardia. Superato il sistema Seus, quindi, in un tempo stimato in circa due anni, la rete dell’assistenza sanitaria sarà gestita con un modello di azienda pubblica simile a quello delle Asp. E qui sta il nodo che ha messo in agitazione i lavoratori: i loro, infatti, dopo l’ultimo passaggio dalla ex Sise a Seus sono contratti di sanità privata, mentre i contratti della nuova azienda dovrebbero essere contratti di sanità pubblica, a cui, per legge, si può accedere soltanto attraverso un concorso.

Come il governo regionale intende, dunque, salvaguardare la totalità dei posti di lavoro, sia degli amministrativi sia degli autisti-soccorritori, non è ancora chiaro. L’ipotesi di un concorso è ritenuta inaccettabile dai dipendenti Seus, soprattutto per quelli che hanno più di 40 anni, anche perché la possibilità che si stabilisca una riserva di posti è considerata insufficiente come garanzia, non potendo, sempre per legge, superare il 50% del totale. A occuparsi del traghettamento, della realizzazione del piano e dei dettagli sarà l’assessore alla Sanità Ruggero Razza. Nel frattempo, nascono gruppi su WhatsApp e su Telegram in cui i lavoratori sfogano le proprie paure e fanno domande che ad oggi sono senza risposta.

Riscossione Sicilia, l’Agenzia delle Entrate è ancora lontana

Tutto fermo da mesi per Riscossione Sicilia, che attualmente è anche priva di governance. Musumeci ha nominato un nuovo Consiglio di amministrazione che, non solo non si è insediato, ma non è ancora nemmeno stato avallato dalla Commissione Affari istituzionali dell’Ars. Il ruolo di presidente dovrebbe essere ricoperto dall’avvocato Vito Branca, esperto tributarista; nel Cda sono stati nominati anche il commercialista Massimo Giaconia, fiscalista internazionale, e l’avvocato Gaetana Palermo.

Il vuoto istituzionale costringe i lavoratori dell’ente di riscossione, quasi 700 persone, a restare in un limbo. La loro aspirazione, nonché la previsione della legge approvata l’agosto scorso sulla liquidazione dell’ente, prevede per loro il trasferimento tout court all’Agenzia delle Entrate, passaggio che garantirebbe una migliore posizione economica e professionale anche grazie alla applicazione del nuovo contratto di categoria che qui in Sicilia è fermo a più di dieci anni fa.

L’assessore Armao avrebbe dovuto intavolare a Roma una discussione con il Ministero dell’Economia per definire i particolari della transizione e giungere così alla liquidazione dell’ente regionale, ma, di questi passaggi formali non ci sarebbe ancora traccia e i dipendenti, preoccupati anche per una situazione finanziaria che diventa sempre più critica dopo la fine del rapporto con Monte dei Paschi di Siena, cominciano a temere che questo matrimonio salti, magari per un rigurgito sicilianista che porti alla costituzione di un nuovo ente regionale piuttosto che al trasferimento di personale e competenze all’agenzia nazionale.

La “desiderata” soppressione dell’Esa

Tra i 600 e più dipendenti dell’Esa, i più preoccupati sono gli stagionali, cosiddetti “trattoristi”, un gruppo di circa 400 persone. Alla soppressione dell’Ente per lo Sviluppo agricolo, il presidente della Regione Musumeci e il suo assessore all’Economia Gaetano Armao hanno detto più volte che non vogliono rinunciare. Inutili i tentativi di introdurre la questione nella Finanziaria o nel Collegato, perché le resistenze da parte delle altre forze politiche sono state più forti, ma potrebbe arrivare presto un disegno di legge autonomo all’Ars. Il governatore lo ha definito “l’ultimo vergognoso carrozzone della Prima Repubblica”, e ha aggiunto: “Noi lo vogliamo sopprimere, salvare il personale, creare un nuovo dipartimento all’Assessorato Agricoltura, utilizzare le competenze, utilizzare il patrimonio e ridurre i costi della politica”.

A temere di più sono i cosiddetti trattoristi, lavoratori con contratti stagionali, che resterebbero fuori dalle garanzie per gli assunti a tempo indeterminato, ovvero gli amministrativi che verrebbero riassorbiti automaticamente nel nuovo dipartimento. E anche questi ultimi si aspettano una tutela in più: l’equiparazione non solo economica ma anche giuridica ai contratti dei regionali in senso stretto. Di tutto questo il governo dovrà tenere conto nel disegno di legge che presenterà all’Assemblea regionale se intende superare le ostilità di gran parte delle forze politiche.

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