Il Cobas Codir, sindacato maggiormente rappresentativo tra i dipendenti della Regione siciliana, ha annunciato lo stato d’agitazione contro l’azione del governo regionale nei confronti dei dirigenti, dei dipendenti del comparto e dei precari. Ecco il comunicato della segreteria generale del sidnacato:
“Continuano le malefatte del governo regionale nei confronti dei lavoratori del Comparto Regione: di ruolo e non, dirigenti e comparto non dirigenziale tutti accomunati dallo stesso destino.
COMPARTO NON DIRIGENZIALE
Il comparto non dirigenziale è senza contratto giuridico dal 2005 (è stato firmato solo una prima parte del giuridico nel 2008) e senza rinnovo del contratto economico da dicembre 2007. In dieci anni, non si sono mai attivate le previste procedure di progressioni verticali, mortificando volutamente il diritto alla carriera di tutti i lavoratori. L’azione condotta, poi, da Lombardo e dal suo governo ha di fatto bloccato le trattative che l’Aran regionale aveva “timidamente” avviato.
Totalmente inadempiente è il governo regionale anche sulla vicenda della vice-dirigenza che potrebbe rappresentare una valvola di sfogo motivazionale per tutto il comparto grazie agli effetti a cascata che avrebbe su tutti. Ma, nonostante diverse sentenze passate in giudicato, l’esecutivo ha preso tempo e, di fatto, non ha eseguito neanche i dispositivi giudiziari che prevedevano la nomina di un apposito commissario ad acta per la creazione della vice-dirigenza.
Sul rinnovo economico, invece, mentre alcuni spingono (per motivi strumentali e secondi fini) per la riapertura immediata del tavolo negoziale, il COBAS-CODIR, sicuro di interpretare la volontà dei lavoratori, ribadisce che non ci sta a inaccettabil e offensivi “contratti/elemosina” da 30 euro lordi, senza la contestuale attivazione di meccanismi di percorsi di carriera e l’inglobamento nello stipendio di parte del FAMP.
DIRIGENZA
I dirigenti regionali sono senza rinnovo del contratto giuridico ed economico da dicembre 2005, due bienni economici, quindi, di arretrato. Il COBAS-CODIR non era rappresentativo al tavolo che li ha lasciati indietro di un biennio rispetto al comparto non dirigenziale e, quindi, adesso bisogna tentare di recuperare il tempo “rubato” dalla politica ai lavoratori nel rispetto della matura posizione assunta dalla dirigenza del COBAS-CODIR, condivisa successivamente anche da altri sindacati, che i contratti vanno indiscutibilmente rinnovati entrambi: comparto e dirigenza. Il COBAS-CODIR, inoltre, rivendica l’avvio delle procedure per i previsti concorsi per la 1° e 2° fascia dirigenziale.
PRECARI
750 precari sono, ancora oggi, in ostaggio del governo regionale: Lombardo, anziché procedere alla loro stabilizzazione, sta preparando un’ulteriore azione demagogica contro il Commissario dello Stato, ripresentando all’Ars la norma già impugnata. A quanto pare questi lavoratori vengono trattati come un boccone ghiotto per fare clientela e proselitismo promettendo percorsi che puntualmente si rivelano “strategie suicide”. Ribadiamo che basterebbe una semplice delibera di giunta per autorizzare le Società a totale capitale pubblico regionale (dove si applica il contratto del Comparto Regione) a stabilizzare i lavoratori nelle qualifiche e nelle categorie di appartenenza, senza alcun tipo di penalizzazione. In alternativa, per chi è in possesso dei requisiti, si potrebbe senz’altro procedere alla stabilizzazione nelle categorie A e B della Regione già prevista dalle leggi nazionali di riferimento, come già avvenuto per i 4.800 ex precari.
STATO DI AGITAZIONE CONTRO UN GOVERNO INCONCLUDENTE
Per tutti questi motivi e per altri che fanno parte delle rivendicazioni del COBAS/CODIR (inseriti anche nelle piattaforme contrattuali già presentate da tempo all’Aran) la Segreteria Generale proclama lo stato di agitazione e avvisa il governo regionale che, a questo punto della vertenza, si prende atto di avere davanti un interlocutore inconcludente ed incapace politicamente. L’unica salvezza per i lavoratori regionali, a questo punto, non può che essere la fine di un’esperienza politica che sta mettendo in ginocchio la Sicilia, i siciliani, la pubblica amministrazione regionale e i lavoratori tutti.