I debiti ed i silenzi, il Catania non meritava tutto questo

I debiti ed i silenzi, il Catania non meritava tutto questo

Saldo da 660 mila euro lontano, nel giorno perentorio fissato dal Tribunale.
IL PUNTO DI NON RITORNO
di
2 min di lettura

CATANIA. Aggrapparsi alla speranza nel giorno del punto di non ritorno, sarebbe l’ennesima umiliazione. Appellarsi al blasone, invece, la consueta presa in giro.
Oggi è il giorno in cui le chiacchiere stanno a zero. Il giorno in cui parlano i dispositivi e le scadenze del Tribunale. Oggi è il giorno in cui contano solo i fatti.
Ed è paradossale ritrovarsi a scrivere parole che hanno a che fare con tutto men che con i fatti.
Già, perchè dal 23 dicembre (da quando cioè vi è stato il pronunciamento della Sezione Fallimentare) ad oggi abbiamo assistito solo a silenzi non solo imbarazzanti ma anche, arrivati a questo punto, incomprensibili.
In sintesi, oggi non vi saranno miracoli.

Debiti e silenzi

Servono 660 mila euro così come disposto dal Tribunale e, a parte qualche spicciolo (rispetto alla somma) versata in queste ultime ore dai soci della Sigi, null’altro si è mosso. Ci sarebbe da chiedere anche da dove proviene questo “debito” da oltre seicentomila euro: ma il mutismo di queste settimane, non consente di avere alcuna risposta.
Ma, ribadiamo, inspiegabile rimane il silenzio di chi si era erto a salvatore del titolo, della matricola e del percorso sportivo di una squadra che rischia seriamente di non rivedere il campo. E non certo per via della mannaia del Covid.
Non trovare una soluzione significherebbe un disastro su tutta la linea. Da salvatori a carnefici (sportivi) di un ambiente che fino all’ultimo istante ha permesso che si lavorasse senza pressioni, senza retropensieri, senza alcun tornaconto.
Una fiducia che non è stata affatto ripagata.

Lo scenario

All’orizzonte si profila il tentativo della Sigi di pagare solo una parte dei 660 mila euro e proporre al collegio dei Curatori fallimentari nominati dal Tribunale di vendere (ovvero mettere all’asta) subito quel che resta del sodalizio rossoazzurro, riducendo l’esercizio provvisorio.
Una matassa nella matassa nella quale l’obiettivo principale può essere solo quello di salvare il titolo sportivo.
Incredibile che si sia arrivati fino a questo punto.
Solo un anno fa c’era Mister Joe Tacopina a far da mattatore rilanciando un’entusiasmo che era stato fatto fuori con i Treni del gol e che non era più tornato.
Ripensare a un anno fa, aumenta la rabbia.
La stessa che oggi alimenta una vicenda giunta ormai abbondantemente al capolinea.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI