I due colonnelli - Live Sicilia

I due colonnelli

Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo

Cracolici vuole entrare. Lupo restare fuori. Proprio come accadeva negli anni di Lombardo. Storia di due destini incrociati.

PALERMO – I due colonnelli vivono da anni destini incrociati. Uno lo yin nello yang nell’altro, così diversi e così complementari, ancora una volta a uno snodo cruciale per il Pd siciliano i protagonisti sono sempre loro: Peppino Lupo e Antonello Cracolici. Il cattolico prudente e l’ex comunista focoso, don Camillo e Peppone nello stesso partito, di nuovo tengono in mano, e di nuovo su fronti opposti, le sorti del Pd e del governo regionale. Cracolici pronto a entrare e finalmente accomodarsi su una poltrona da assessore, quella che dalla scorsa legislatura gli sfugge beffarda per gli scherzi del destino. E Lupo niente affatto intenzionato a fare altrettanto, deciso a restare fuori dalla giunta proprio come nella scorsa legislatura.

Lup & Crac, In & Out, sempre loro, i due colonnelli, come nel vecchio film. Con buona pace degli altri primi attori o aspiranti tali del Pd, la scena alla fine resta sempre la loro. Come ai tempi di Lombardo. All’epoca Cracolici era l’alfiere, con l’allora gemello Beppe Lumia, del patto-azzardo tra democratici e governatore autonomista, quel signor ribaltone che frantumò l’invincibile centrodestra isolano e portò il Pd a entrare al governo ma dalla porta di servizio, con tecnici d’area e gabinettisti. Non con assessori politici. Il primo dei quali sarebbe stato naturlich Antonello il Rosso. Se di mezzo non ci fosse stato lui, Peppino il bianco. Ieri come oggi uomo del no.

E sì, furono tempi di massima tensione quelli, fra i due colonnelli. Giuseppe Lupo era impegnato in uno dei mestieri più complicati del mondo, il segretario del Pd. Il patto con Lombardo proprio non gli andava giù. Predicava prudenza, cercava di frenare gli istinti di conquista di quel gruppo del partito, lumian-cracoliciani e democristiani di Cardinale, Genovese e Papania, che volevano entrare in giunta. E che dopo una serie di agguati provarono a far fuori il segretario sfiduciandolo. In un’assemblea che si rivoltò contro i congiurati come un boomerang. Lupo restò in sella rafforzato, Cracolici perse malamente il round, il Pd rimase fuori dalla giunta.

“Quello è come Franceschini, cade sempre in piedi”, fu il ritratto dell’ex segretario firmato da un compagno di partito, ex ds, che ne accostò la capacità di sopravvivenza politica a quella del suo capocorrente nazionale, l’attuale ministro ai Beni culturali. E sì, tanto impetuoso e arrembante è il colonnello Cracolici, tanto posato e riflessivo è il suo amiconemico colonnello Lupo. Che con Lombardo non volle andare né al governo né alle elezioni. La mossa fu saggia per il Pd, perché Miccichè e Lombardo corsero da soli (e il Pd non perse troppi consensi a sinistra come avrebbe fatto imbarcandoli), togliendo voti a Musumeci e aprendo la porta di Palazzo d’Orleans a Crocetta. Cracolici e i suoi, che con i lombardiani (via Massimo Russo) volevano invece allearsi (perché dopo lo zitamento fuori, viene quello dentro poi il matrimonio, si disse), non lo ammetteranno mai nemmeno sotto tortura, e continueranno nei secoli a raccontare che sono stati loro a disgregare il centrodestra (vero) e a far maturare le condizioni della vittoria (meno vero).

Il capogruppo del sì e il segretario del no tornano ora su fronti opposti. Dopo essere stati accomunati dai giudizi negativi su Crocetta, col quale però a turno hanno fatto entrambi accordi (l’uno in danno dell’altro) con massicce dosi di realpolitik. Come quando Lupo entrò nel Crocetta bis che lasciò fuori Cracolici. O come quando Cracolici partecipò alla grande ammucchiata delle correnti contro Lupo per eleggere Raciti segretario.

Ci risiamo adesso. Accelera Crac, frena Lupo, come sempre. Il primo aveva cominciato la legislatura da soldato semplice, spogliato da tutte le cariche. Con la tattica e l’esperienza che tutti gli riconoscono, s’è ripreso pezzo dopo pezzo il suo partito, diventando, raccontano, una sorta di grillo parlante del segretario Raciti e conquistando la doppia poltrona di presidente di commissione e di capogruppo. Manca quella di assessore, quella che una maledizione sembra volergli negare. E la nemesi ha ancora una volta il volto compassato di Lupo. Che in giunta non vuole entrare, malgrado il pressing del partito, di Raciti che vuole tutte le prime linee dentro, perché sia chiaro che questo è più che mai il governo del Pd e non di Crocetta. E allora tutti dentro, o nessuno. Ma Lupo dice no. Ha già indicato l’assessore della sua corrente (Areadem), il quarantenne Barbagallo, uno che ha una valanga di voti e lunga esperienza amministrativa. I capicorrente nazionali sono con loro. Anche perché in questo modo Areadem conserverebbe due posti chiave, la vicepresidenza dell’Ars di Lupo e il posto in giunta. Ma Raciti e Cracolici insistono. Vorrebbero decidere loro in casa Areadem. Quello che almeno fin qui non si sono sognati di fare a casa dei renziani di Faraone. Un atteggiamento vagamente strabico che ha provocato un irrigidimento in Lupo e Barbagallo, che a questo punto non possono più cedere. A meno che anche il terzo aspirante colonnello, quel Davide Faraone che fuori da Roma ancora non riesce a farsi sentire troppo bene nel suo Pd e in Sicilia deve accontentarsi delle riverenze dei neorenziani di complemento arruolati da Cardinale o comunque raccolti da altri partiti, a meno che quel Faraone, dicevamo, non rinunci ai suoi diktat che sconfessano l’idea stessa di governo politico, ossia la permanenza in squadra di Baccei e Contrafatto (che c’entrano i due con una giunta politica?). Da qui a martedì se ne capirà di più. Intanto la Sicilia resta senza governo.

E fu così che il Pd, ancora una volta, si incartò. E che il buon Raciti dovette prendere atto che malgrado i suoi sforzi, il suo apprezzato equilibrio e la sua riconosciuta buona volontà, questo non è ancora il “suo” Pd. Come non è il Pd di Faraone. Ma è il Pd dei due colonnelli.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI