I due scenari per il Comune: giunta allargata e toto-assessori - Live Sicilia

I due scenari per il Comune: giunta allargata e toto-assessori

Le poltrone libere in giunta scatenano i rumors politici: nei corridoi si sussurra di partiti, più che di nomi.

CATANIA – Le caselle vuote di Palazzo degli elefanti sono chiacchierate. E sulle poltrone non occupate nella giunta guidata da Roberto Bonaccorsi i nomi, o le ipotesi, ormai, si sprecano. Il sindaco facente funzioni ha dichiarato a questo giornale di avere intenzione di costruire una squadra che regga fino alla fine naturale di questa consiliatura, ma l’incognita sulle dimissioni eventuali di Salvo Pogliese a giugno (prima dell’inizio del processo di Appello per le spese pazze all’Ars) non gli rende più semplice il lavoro.

Gli assessorati lasciati liberi

Da quando l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo e l’assessora alla Pubblica istruzione Barbara Mirabella si sono dimessi per correre per le elezioni Regionali 2022, nella giunta Bonaccorsi sono diventati quattro i posti vacanti: i due citati, più la delega alle Attività produttive che era di Ludovico Balsamo, e più una di quelle – poi unificate – che erano state di Alessandro Porto e Fabio Cantarella, i protagonisti dello strappo in giunta con la Lega.

Quattro posti liberi aprono la strada a due vie che Bonaccorsi potrebbe scegliere di percorrere. La prima strada è anche la più semplice: sostituire i giocatori, senza sconvolgere la formazione della squadra. Per un autonomista che esce, una autonomista potrebbe entrare: i lombardiani sembrerebbero avere pronto il nome di una donna, non direttamente legata alla politica ma con esperienze amministrative pregresse. Si tratterebbe di una ex consigliera di circoscrizione già impegnata nel mondo della formazione e del sociale.

La pogliesiana Mirabella, invece, potrebbe essere sostituita con un uomo del sindaco. Il nome più chiacchierato (di nuovo) viene dagli scranni del Consiglio comunale: Santi Bosco, presidente della commissione Bilancio e capogruppo di MuovitItalia, gruppo di riferimento di Pogliese, da molti è dato pronto al salto della barricata. Lui, però, smentisce: “A me non risulta – dice, raggiunto da LiveSicilia – Fino a oggi ho fatto il presidente di commissione nell’interesse della mia città: sto bene dove sto, e non ho avuto interlocuzioni di nessun tipo con nessuno. È una scelta che spetta al sindaco facente funzioni, con il quale però non ho parlato”.

La seconda via

Del tutto diversa, invece, sarebbe la seconda via. Che, a differenza della precedente, altererebbe gli equilibri della giunta. In questo caso, si riempirebbero tutt’e quattro le caselle, allargando la giunta anche a formazioni politiche che adesso non ne fanno (più) parte.

Il caso della Lega è emblematico: se da una parte l’ex assessore Alessandro Porto tenta di tirare per la giacchetta il partito affinché riprenda un posto a Palazzo degli elefanti, il coordinatore cittadino del Carroccio Fabio Cantarella frena gli entusiasmi al grido di: “Con quale progetto politico?”. E cioè: con quale orizzonte temporale? E in che contesto di centrodestra? Unitario o spaccato? In filigrana si vede il conflitto tra Porto e il golden boy della Lega in Sicilia orientale, il deputato regionale Luca Sammartino.

Un dualismo che si riflette anche sul Consiglio comunale: si vocifera che il gruppo Prima l’Italia non sia ancora nato per i tentennamenti del giovane Emanuele Nasca, ex Movimento 5 stelle e riferimento proprio di Porto. Così i sammartiniani, rimasti orfani di Catania 2.0 dopo lo scioglimento del gruppo per via dell’adesione di Dario Grasso al Misto, sono costretti a restare in aula senza insegne. Anche perché notizie di Alessandro Messina, l’altro leghista dell’aula consiliare, non sembrano esserne pervenute a questo proposito.

Ancora a proposito di Porto: qualcuno parla anche della possibilità che l’Udc faccia capolino da dietro alla porta. In fondo, è con quel partito che l’oggi leghista ex assessore aveva fatto il suo ingresso nella giunta Pogliese. Si dice che il testimone possa essere raccolto da almeno altri due consiglieri comunali: uno di loro sarebbe attualmente al gruppo Misto, dopo avere lasciato in tempi non sospetti il partito nel quale militava. Dell’altro consigliere, invece, nulla si sa. Ma basterebbero due riferimenti in aula per vantare un assessorato? La consuetudine, all’inizio di questa consiliatura, sembrava essere: ogni tre consiglieri di maggioranza un posto in giunta. Che le cose possano cambiare a così breve distanza dal traguardo dei cinque anni di governo?

Il caso Balsamo

Il posto che era occupato da Ludovico Balsamo, quindi, potrebbe andare anche all’esterno di Fratelli d’Italia, nell’ottica di allargare il perimetro e dare nuovo respiro a questa maggioranza. Ma proprio Balsamo, intanto, fa parlare di sé: non solo per la questione del regolamento sui dehors (ultimo atto da lui varato, ma contestato quasi all’unanimità dal Consiglio comunale), quanto soprattutto per la sua posizione politica.

Dato in avvicinamento all’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, candidato del suo movimento Sicilia Vera alla presidenza della Regione Siciliana, Balsamo nega seccamente: “Non l’ho mai neanche incontrato. Ormai sembra che mi si voglia attribuire qualcosa a tutti i costi? Ho sentito dire che sarei vicino anche alla Democrazia cristiana nuova di Totò Cuffaro“. Ed è vero? “No”, ride.

Di vero, nel suo percorso, c’è certamente che si sta interrogando sul suo futuro: “Non ho ancora deciso se dare le dimissioni da coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia – ammette Balsamo a questo giornale – Sinceramente ci sto pensando, così come sto valutando l’ipotesi di una mia candidatura alle Regionali“. L’ex assessore spiega che sta “contando” chi, tra i suoi amici, lo sosterrebbe con entusiasmo. Fatti tutti i calcoli, le valutazioni arriveranno dopo.

Comprese quelle sul partito nel quale militare: “Non mi piacciono i salti in avanti, non mi piace come la leader nazionale Giorgia Meloni sta gestendo il momento delicato a Palermo, per la presidenza della Regione Siciliana”, afferma Ludovico Balsamo. “Mi sembra che il partito sia in una posizione di isolamento e questo non può andare bene: farò le mie valutazioni – conclude – E se dovessi decidere di non candidarmi o di non restare in FdI continuerò a impegnarmi personalmente, come ho sempre fatto, per il bene della mia città”.


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