PALERMO – “Offrire occupazione e creare un quartiere bello ed accogliente, questo è quello che aveva iniziato a fare Pino e questo è ciò che fanno da 21 anni i volontari e gli operatori del centro di accoglienza Padre Nostro”. Lo scrivono in una lettera Gaetano e Francesco, fratelli del Beato Puglisi. Sottolineano: “La mafia non potrà essere sconfitta senza un patto tra istituzioni e agenzie educative del territorio”. “Il 15 settembre scorso, giorno in cui ricorreva il XXI anniversario del martirio di nostro fratello Pino, abbiamo consegnato, nelle mani del presidente del Consiglio, il progetto Brancaccio 2.0 la Brancaccio del terzo Millennio. – affermano – Lo stesso progetto era stato già consegnato nell’ultimo anno al prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo al presidente Rosi Bindi e a tutti i componenti della commissione parlamentare antimafia, al responsabile dell’ufficio progettazione Europea del comune di Palermo, Basile Bohuslav, al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, al direttore Regionale per la programmazione di progetti Europei Vincenzo Falgares, al deputato Europeo Caterina Chinnici”.
“E’ un progetto realizzato dal centro di accoglienza Padre Nostro in collaborazione con la parrocchia di San Gaetano, – dicono – con la II circoscrizione del comune di Palermo e prevede una cosa molto semplice: mettere insieme tutte le risorse presenti a Brancaccio per creare occupazione certa, non fittizia, né apparente”. “Basterebbe fare come ci ha detto nostro fratello ‘E se ognuno fa qualcosa questa – osservano – è l’unica strada percorribile”. “Gli ultimi atti intimidatori nei confronti di chi opera presso il centro, – dicono – lasciano l’amaro in bocca e incupiscono i pensieri, facendoci chiedere. Ma è possibile che dopo 21 anni dal barbaro assassinio per mano mafiosa di nostro fratello Pino, (per tutti oggi il beato Giuseppe Puglisi), ancora le Istituzioni, tutte, non sono state capaci di dare risposte concrete?”.
(Fonte ANSA)