Termini, operai Fiat a lavoro| Continua protesta dell'indotto - Live Sicilia

Termini, operai Fiat a lavoro| Continua protesta dell’indotto

Lo stabilimento Fiat e il timore della chiusura
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Non cessa la protesta alla Fiat di Termini Imerese. Per il secondo giorno gli operai che lavorano nelle aziende dell’indotto della Fiat di Termini Imerese, alle porte di Palermo, scioperano contro il piano di riconversione dello stabilimento, annunciato dall’ad della casa torinese Sergio Marchionne. Sono invece rientrati regolarmente al lavoro gli operai della Fiat che ieri avevano scioperato per l’intera giornata.

I progetti dell’amministratore delegato Marchionne che parla di ristrutturazione non rassicurano le tute blu, che ieri sono scese in piazza per rivendicare il diritto alla sopravvivenza. L’aiuto promesso dalla Regione, per bocca del neo assessore Venturi, conforta fino a un certo punto.

Ieri è stata una lunga giornata calda a Termini, con cortei fin dalla mattina. Non sarà l’ultima. Anche gli operai del secondo turno dello stabilimento Fiat, ieri pomeriggio, hanno incrociato le braccia per lo sciopero indetto dai sindacati, come quelli della mattina. Dopo un sit-in di protesta davanti ai cancelli della fabbrica sono tornati sui binari della stazione di Fiumetorto, così come ieri mattina avevano fatto i loro colleghi, interrompendo la circolazione dei treni tra Palermo e Messina dalle 14,42 alle 16,30. Secondo quanto reso noto dalla società Ferrovie dello Stato sono stati soppressi nove treni del trasporto regionale, sostituiti da Trenitalia con cinque bus tra Campofelice e Termini Imerese. Ieri c’erano anche blocchi e proteste in autostrada.

Gli operai temono che l’annunciata riconversione sia un anticipo della chiusura. Temono che lo stabilimento abbia giorni contati. L’uomo simbolo della Fiom Cgil, Roberto Mastrosimone, annuncia lotta durissima. Nelle prossime settimane ci saranno nuove iniziative  di protesta. Dal canto suo, Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, non chiude la porta a Marchionne. Ma dice, in un’intervista al Corriere: “ Marchionne deve fidarsi di noi”.


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