Formazione, la marcia della paura|Centorrino: "Risolveremo i problemi" - Live Sicilia

Formazione, la marcia della paura|Centorrino: “Risolveremo i problemi”

Incontro con Lombardo
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“Lombardo, dove sono i soldi che ci hai promesso?”. I manifestanti della formazione professionale chiamano il governatore da un megafono. Ma il governatore, a quanto pare, oggi non c’è.
È passato da poco mezzogiorno. Un mezzogiorno caldissimo, in piazza Indipendenza, e la protesta dei lavoratori della Formazione è accompagnata dalle note della canzone di Venditti “In questo mondo di ladri”.
I comunicati ufficiali parlano di tremila manifestanti. L’impressione è che siano molti di meno. La metà. “Ma altra gente – spiega qualcuno – arriverà nel corso della mattinata con i pullman, da tutta la Sicilia”. La spiegazioni, però, potrebbero essere altre. “I lavoratori – dice Silvia Buzzone, dello Ial Cisl – sono stanchi. In tanti mesi di proteste abbiamo ottenuto poco e niente. A volte, ci sentiamo un po’ strumentalizzati. Persino dai sindacati”.
Sindacati che hanno organizzato lo sciopero generale di oggi. Le loro bandiere sventolano davanti a palazzo d’Orleans. I rappresentanti sono tra i lavoratori, parlano con loro. Attendono di incontrare qualcuno. Dovranno “accontentarsi” dell’assessore Centorrino o del dirigente Albert. Il presidente, infatti, oggi non c’è. D’altra parte, se c’è la “triplice”, mancano altre sigle. La protesta, infatti, s’è “spaccata” e i lavoratori di Cefop e Cas hanno preferito recarsi in via Ausonia, insieme a Ugl e Cobas Codir. E in effetti, di lavoratori del Cefop in piazza Indipendenza non se ne vedono (se ci sono, sono pochi). La maggior parte della protesta è sostenuta dai dipendenti di grossi enti come Anfe, Ecap e Ial.
“Questa è l’ultima opportunità – dice Fabio Marceca dell’Anfe – che diamo alla politica e ai sindacati. Oggi non ci sentiamo del tutto rappresentati. Siamo da otto mesi senza stipendio, e la cosa è insostenibile. Noi siamo d’accordo – prosegue – sulla necessità di una riforma del settore, ma servono criteri chiari e garanzie occupazionali. La riforma non può essere questa. Questa non è una riforma”. “Ci hanno sempre dato dei fannulloni – gli fa eco la collega Rossella Guardì – ma da otto mesi andiamo a lavorare senza prendere uno stipendio. Di chi è la responsabilità? Forse gli enti hanno commesso qualche errore, ma la Regione di certo ne era al corrente. Noi nella formazione crediamo ancora – continua – e ci credono i ragazzi che si continuano a iscriversi ai corsi. Alcuni di loro, oggi, sono qui con noi a darci un sostegno”.

“Oggi – dice Riccardo Longo, dell’Anfe – non ci aspettiamo molto. I 60 milioni promessi da Lombardo? Sarebbe comunque un pannicello caldo. Qui bisogna saper gestire il processo, che è assai complicato”. “Eppure – interviene una collega – noi abbiamo un contratto. Almeno quello venga rispettato. Altrimenti un contratto a che serve? A dicembre del 2010 ci è stata pagata la tredicesima del 2009”. “Non dobbiamo fare l’errore – aggiunge Longo – di dividerci tra enti. Anche perché quando partirà la mobilità e le conseguenti vertenze gli enti saranno costretti a chiudere. Noi lavoratori ci stiamo organizzando per conto nostro, coinvolgendo anche le altre province. Presto ci faremo sentire”.
“Vadano via Centorrino e Albert – dicono alcune dipendenti dell’Ecap – e si avvii una riforma seria del settore, che si basi sul calcolo dei possibili prepensionamenti, sulla creazione di un vero fondo di garanzia per i lavoratori, sul pagamento di quei 60 milioni promessi e mai visti. Tutte noi – aggiungono – lavoriamo all’Ecap da 25 anni e lo spostamento del Prof sui fondi europei si tradurrà nella nostra precarizzazione. Oltre al fatto che non ci verranno riconosciute le malattie, i permessi, la legge 104. Oggi abbiamo solo responsabilità e nessuna garanzia”.

“Quello che a noi interessa – spiega Silvia Buzzone dello Ial – è che il personale venga salvaguardato. Il fondo di garanzia al momento è praticamente vuoto. E la cassa integrazione vuol dire gettare le persone in un baratro. Come vuole che un lavoratore di 50 anni, dopo due anni di cassa integrazione possa trovare lavoro in Sicilia, dove ha famiglia e legami? Di punto in bianco – aggiunge – molti di noi non hanno più certezze sul proprio futuro. Oggi ci devono quattro stipendi. E la colpa è di tutti: enti, governo e sindacati”. I sindacati. Che hanno organizzato lo sciopero e attendono, sulle note di Antonello Venditti, un incontro chiarificatore con l’assessore e il dirigente. Perché il governatore, chiamato a gran voce dai megafoni roventi di piazza Indipendenza, oggi, a quanto pare, non c’è.

La risposta di Centorrino
Il reperimento di 60 mln per completare il finanziamento del Piano per la formazione professionale; l’istituzione, a partire da lunedì 18 luglio, di un tavolo di crisi; l’individuazione di meccanismi che assicurino continuità nella corresponsione degli stipendi al personale. Sono questi i tre impegni che l’assessore regionale per l’Istruzione e la formazione professionale, Mario Centorrino, e il dirigente generale Ludovico Albert, hanno ribadito, nel corso di una riunione che si è svolta stamattina a Palazzo d’Orleans, con i rappresentanti dei sindacati confederali. “I sindacati hanno mosso una serie di rilievi critici – ha detto Centorrino – che hanno permesso una rassegna di problemi, che attraverso un processo di concertazione che coinvolgerà anche le forze politiche, si proverà a risolvere nel contesto di una riforma del settore che ne esalti qualità ed efficienza”.

L’incontro con Lombardo
E’ atteso nei prossimi giorni un incontro tra i sindacati confederali e il Presidente della Regione Raffaele Lombardo sul tema della formazione professionale. Lo rendono noto i sindacati al termine dell’ incontro che si è svolto a Palazzo D’Orleans, sede della Presidenza della Regione. ” Il vicecapo di gabinetto della presidenza della Regione – dice il segretario regionale della Flc Cgil, Giusto Scozzaro – ha assicurato che entro lunedi” il Presidente Lombardo comunicherà ai sindacati la data per un incontro “.


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