CATANIA – L’esito della tre giorni della commissione parlamentare di inchiesta sui centri di accoglienza per migranti. Non sono poche le criticità emerse dai lavori della commissione, affiancata dal team di Medu (medici per i diritti umani), all’interno della mega struttura di Mineo, prima tappa catanese della verifica parlamentare. Il team di Medu, costituito da un coordinatore, un medico psichiatra, una psicologa e un mediatore culturale ha riscontrato nel Cara di Mineo numerose e rilevanti criticità “che prescindono, nella maggior parte dei casi, dalla gestione contingente e sono piuttosto connaturate al modello stesso di centro” basato su una macrostruttura che ospita dalle 3200 alle 4000 persone.
Il team ha sottolineato come “il sovraffollamento della struttura e la condizione di isolamento” rispetto al centro abitato incidano, non poco, sulle condizioni dei migranti. Una condizione resa ancora più aspra dai tempi medi di permanenza che si attestano intorno ai diciotto mesi. Troppi quindi i giorni di attesa che separano l’arrivo degli ospiti dal completamento della procedura di riconoscimento della protezione internazionale (“contro i trentacinque giorni previsti dalla legge”). A queste evidenti criticità si sommano “disfunzioni nella fornitura ed accesso ai servizi di supporto psicologico e legale e fenomeni di degrado, illegalità e violenza difficilmente gestibili come riconosciuto dalle stesse forze di polizia”. Il team ha inoltre evidenziato “la mancata iscrizione dei richiedenti asilo al Servizio sanitario nazionale”, un fatto “in contrasto con la normativa vigente”. E’ questa la fotografia del sistema di accoglienza siciliano scattata dalla commissione d’inchiesta (presieduta dal deputato democratico Gennaro Migliore) che nella mattinata di oggi è stata impegnata nelle audizioni in Prefettura. L’obiettivo dei deputati è capire il funzionamento dei centri di accoglienza e trovare soluzioni per migliorarli. Un primo elemento evidenziato con chiarezza riguarda il sistema Cara, un modello troppo esoso e per nulla funzionale da un punto di vista gestionale.
Un sistema che non ha motivo di esistere se non per l’indotto economico che genera, secondo il deputato di Sel, Erasmo Palazzotto che denuncia “la speculazione sulla pelle dei migranti”. Il parlamentare è intervenuto via web dopo l’audizione commentando così i lavori della commissione: “C’è la conferma dell’opacità nella gestione del centro e di una accoglienza non adeguata”, scrive. Il deputato sottolinea i costi enormi legati alla gestione della struttura, somme che si attestano intorno ai cinquanta milioni di euro “senza controlli adeguati”. “Il modello Mineo è fallimentare per i costi insostenibili e per l’inumanità della struttura”, spiega Palazzotto che, alla luce di “risposte insoddisfacenti e approssimative” (rispetto a forniture, assunzioni e appalti) da parte dei gestori, rincara la dose. “Credo che il centro vada commissariato procedendo a una dismissione dello stesso”. I lavori di accertamento delle condizioni in cui versano le strutture che ospitano migranti proseguiranno nei campi di Pozzallo e Siracusa.