Il Megafono, radiografia | di un successo (mancato) - Live Sicilia

Il Megafono, radiografia | di un successo (mancato)

Il movimento del governatore ha ottenuto il 6,16% al Senato. La stessa percentuale conquistata dalla lista "Crocetta presidente" alle ultime Regionali. E guardando tra i dati delle province, sembrano non aver inciso i "nuovi acquisti". Polemica con Lupo

PALERMO – Un successo, o una delusione? Il Megafono di Rosario Crocetta è tra le novità portate in dote dalle elezioni politiche. Una creatura nuova, naturale evoluzione della lista “Crocetta presidente” lanciata alle elezioni regionali. Ma com’è andato il Megafono di Crocetta? Intanto va ricordato che la lista era presente solo in Sicilia e soltanto al Senato, dove ha ottenuto il 6,16%. Un risultato che probabilmente ha un po’ deluso il governatore, che si aspettava qualcosa di più.

Anche se nel day after del voto, Crocetta si dice soddisfatto: “Vorrei ricordare che il mio Movimento – spiega – era nato sulla spinta di tanti giovani, che oggi non hanno l’età per votare per il Senato. Se ci fossimo presentati alla Camera, avremmo ottenuto molto di più”.

Alle ultime Regionali la lista “Crocetta presidente” ha ottenuto un risultato molto simile alle Politiche: 6,17%. Ma il responso, quasi identico tra le due tornate, non deve ingannare. Ci sono elementi che consentono al presidente della Regione di leggere questi dati con un po’ di ottimismo, altri, invece, faranno riflettere. Partiamo dalle buone notizie: il raffronto dei dati tra le Regionali e le Politiche non può essere compiuto in maniera semplicistica. Le elezioni nazionali, infatti, in qualche modo favoriscono una polarizzazione del consenso verso i partiti più grossi. E non è un caso che tutti gli altri, i cosiddetti “piccoli” hanno visto precipitare le proprie percentuali (Fli dal 4 allo 0,5%, Grande Sud dal 6% all’1%, l’Udc e l’Mpa dal 10 al 2,5%). Il Megafono, invece, ha retto. Ed è una buona notizia per Crocetta.

Ma altri aspetti spingeranno il governatore a una riflessione. Se è vero che la lista non ha perso terreno, in termini percentuali, rispetto alla Regionali, è anche vero che non ha “funzionato” molto la spinta operata da un lato dall’azione di governo, né quella dei nuovi “innesti” a supporto della lista. Già, perché entrando nel dettaglio del voto, nelle pieghe dei collegi di provincia, forse qualcosa non tornerà al governatore. Il Megafono, infatti, ha incassato recentemente l’appoggio, con tanto di endorsement sbandierato ai quattro venti, tra gli altri, di big come l’agrigentino Michele Cimino, il siracusano Titti Bufardeci, i palermitani Beppe Lumia e Riccardo Savona, e il catanese Marco Forzese. Eppure, proprio in quelle province, il dato del Megafono in occasione di queste politiche non è molto distante da quello delle Regionali. Ad Agrigento, ad esempio, quattro mesi fa la Lista Crocetta ha ottenuto il 7,15%, mentre due giorni fa ha incassato il 7,05%. Nella Siracusa di Bufaedeci, il dato è calato dall’8,5% addirittura al 5,9%. A Palermo, già alle Regionali il dato era bassino (4%), in occasione di queste politiche è ulteriormente sceso di un paio di centesimi. Scende il consenso del Megafono rispetto alla Lista Crocetta, anche a Catania (dal 4,7% al 4,2%) a Trapani, e ad Enna. Mentre si registra addirittura un crollo, nella Ragusa di Nello Dipasquale, dal 13,9 al 5%. “Ma il meccanismo delle Regionali e delle politiche – dice Crocetta – è diverso. Alle Regionali, la lita Crocetta ha goduto della spinta di Dipasquale, che era candidato. Un’altra cosa è quando non sei direttamente candidato. E non mi aspettavo – continua il governatore – che il sostegno dei politici che hanno deciso di aderire al mio progetto avrebbe portato subito a una crescita del consenso. Le elezioni nazionali si giocano tutte in televisione”.

A sottolineare i risultati non esaltanti del Megafono, in aperta polemica con Crocetta, è stato il segretario del Pd Giuseppe Lupo, che ha accusato il governatore di non aver arginato i grillini, penalizzando piuttosto i democratici. Tra il segretario e il governatore, la tensione è altissima.

Le note positive per il Megafono, però, arrivano da altre province. Messina, innanzitutto, dove il movimento è passato dal quasi 4% (come Lista Crocetta) al 10,82%. Un risultato dovuto, probabilmente, all’effetto combinato delle visite a Tusa, dell’impegno del secondo in lista al Senato, Antonio Presti e, magari, anche dell’apporto di uno dei “nuovi acquisti” di Crocetta: l’ex Mpa Beppe Picciolo, eletto alle ultime Regionali con quasi 8.400 voti. “Ma a Messina – precisa il governatore – ho lavorato molto, personalmente. Il fatto stesso di aver scelto a Tusa la residenza, la dice lunga”. Infine, il governatore può sorridere a casa propria: a Caltanissetta, dove la lista Crocetta aveva ottenuto già un ottimo 9,3%, il Megafono ha raggiunto l’11,29%. Insomma, il Movimento è ancora tutto nelle mani del presidente. E Crocetta è ancora profeta in patria. Ma il Megafono è ancora un “megafonino”.


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