PALERMO – L’associazione ‘Libera’ di Don Ciotti potrà vendere i suoi prodotti, ricavati dalle terre confiscate alla mafia, all’interno di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana. Stamattina, infatti, è stato inaugurato il nuovo punto vendita dell’associazione antimafia allestito in un angolo del bookshop di Palazzo Reale. A fare gli onori di casa c’erano il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, e il neodirettore generale della Fondazione ‘Federico II’, Francesco Forgione. Con loro anche Nando Dalla Chiesa, che di ‘Libera’ è presidente onorario. Proprio oggi ricorre il 31esimo anniversario dell’agguato in cui perirono suo padre, il prefetto Carlo Alberto, la moglie Emanuela Setti Carraro, e l’agente Domenico Russo.
Nando Dalla Chiesa non era l’unico parente delle vittime presente: a guardare i volti degli ospiti accorsi all’inaugurazione si potevano ricostruire gli ultimi quarant’anni di meravigliosa (per come fu condotta) e tragica (per come fu violentemente interrotta) lotta al cancro mafioso. C’erano l’assessore Lucia Borsellino e Maria Falcone, c’era la famiglia di Rocco Chinnici, c’era Pina Maisano Grassi. Non è mancato anche l’ex presidente del tribunale di Palermo, Leonardo Guarnotta. Molto lunga anche la lista dei rappresentanti della politica e delle istituzioni: il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il questore Nicola Zito, Fabrizio Ferrandelli, Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici, Vincenzo Figuccia, il presidente della Commissione Antimafia Nello Musumeci, l’assessore regionale Ester Bonafede, i vertici territoriali di carabinieri, finanzieri e Dia.
Accanto a libri e souvenir i turisti e i visitatori, come pure gli stessi deputati regionali, potranno trovare e acquistare i vini, la pasta secca, i legumi, l’olio d’oliva extravergine, il miele, la mozzarella di bufala e ancora le marmellate, la frutta fresca, le conserve e il limoncello: tutti prodotti realizzati dalle cooperative agricole associate nel consorzio ‘Libera Terra Mediterraneo’ che opera in Sicilia, Puglia, Calabria e Campania. E così ‘Libera’ apre le porte (metaforicamente e materialmente) di un luogo che troppo spesso ha covato serpi e celato ombre.
Il presidente Ardizzone non lo ha negato, anzi, ha voluto “chiedere scusa per tutte le volte che noi politici abbiamo voltato la testa facendo finta che certi fatti non ci riguardassero. Quella di oggi è la vittoria della Sicilia migliore perché la società civile prende possesso di questo palazzo – ha spiegato -, che non è più un palazzo del potere. Non dobbiamo mai dimenticare che noi rappresentiamo i siciliani onesti”. Scuse che arrivano da un rappresentante del mondo politico e che ricordano quelle pronunciate appena pochi giorni fa da Antonello Montante, presidente di Condindustria Sicilia che, rivolgendosi ai familiari di Libero Grassi, si era detto “indignato” per l’isolamento a cui era stato costretto l’imprenditore poi assassinato dalla mafia. Anche Forgione ha parlato di “due Sicilie al confronto, quella delle botteghe con le magliette del Padrino e la nostra, con la bottega di Libera e le magliette con le frasi di Paolo Borsellino. Questo parlamento – ha aggiunto – ha vissuto sì di ombre, ma anche di uomini che hanno riscattato la Sicilia onesta come Pio La Torre e Piersanti Mattarella”. A questi nomi, e a tutti gli altri ricordati oggi, la Sicilia continua ad aggrapparsi per affrontare una realtà in cui la presenza mafiosa è ancora forte e determinante. Come ha detto Forgione, “il futuro è nella promozione della cultura, dell’arte e della bellezza. In questo sta il senso di un negozio di Libera all’interno di uno dei monumenti più belli di questa città”.