I Santapaola e i boss di Librino, tra nuovi traffici e droghe letali

I Santapaola e i boss di Librino, tra nuovi traffici e droghe letali

Giuseppe Pistone, da autista di Andrea Nizza a presunto "capo"
L'INCHIESTA
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CATANIA – Il nuovo capo del clan dei Nizza gestiva le sue piazze di spaccio a Librino, ma non solo. Il 36enne Giuseppe Pistone, uno dei 13 arrestati nell’operazione dei carabinieri del nucleo investigativo di ieri mattina, ormai è descritto come una sorta di capo spregiudicato. E per comprenderlo, basta giudicare la dinamica e il tipo di sostanze smerciate.

Nella sua “piazza volante”, una definizione coniata dagli investigatori per descrivere una “piazza” che aveva solo un luogo virtuale: un numero di telefono a cui arrivare gli ordini con la messaggistica di whatsapp o telegram. Così venivano venduti cocaina, marijuana e hashish, ma anche l’“amnesia”, un derivato chimico che si ottiene spruzzando sull’erba o sul fumo metadone, eroina, acidi e altre sostanze chimiche.

Generazioni a confronto

Si tratta di una sostanza pericolosissima, in grado di amplificare gli effetti del principio attivo della droga. Questo provoca, a chi la usa, momentanee perdite di memoria e lucidità, oltre a disturbi cognitivi e problemi di equilibrio. Una droga letale.

La diffusione di queste droghe è una delle differenze tra vecchie e nuove generazioni degli appartenenti a Cosa Nostra. Pistone, secondo gli investigatori, per scalare le gerarchie e diventare un boss era disposto a tutto. Avrebbe cominciato facendo l’autista ad Andrea Nizza, ma poi quest’ultimo è stato arrestato e lui è diventato una sorta di referente per il traffico di droga.

La conquista delle piazze della droga

Pistone, per gli inquirenti, non avrebbe avuto problemi a combattere per gestire le sue piazze di spaccio. A un delinquente amico suo che meditava, per paura, di ritirarsi da una piazza di spaccio, avrebbe risposto così: “Se ti sparano, sparano a me (…). Un attimo non correre, qua siamo dalla tua parte, tu non devi lasciare niente! (…) Devi fare come ti diciamo noialtri”.

Il braccio destro

Appena 24enne, Francesco Pio Giuseppe Di Stefano sarebbe stato uno dei suoi fedelissimi. E avrebbe mostrato uno spirito di appartenenza a Cosa Nostra non da poco. In un’intercettazione, avrebbe commentato il tentativo di conquistare una piazza di spaccio a San Giovanni Galermo, da parte del gruppo e del suo referente, dicendo: “Se cadiamo, cadiamo tutti insieme”.

Sono alcuni dei personaggi coinvolti nell’operazione di ieri. C’è poi la figura di Salvatore Battaglia, uno che è ritenuto esponente storico di Cosa Nostra al Villagio Sant’Agata. Lui è in carcere per mafia e omicidio. E in carcere non stava certo fermo. Anzi da marzo a dicembre del 2023, secondo gli investigatori, ci sarebbe stato dentro con tutte le scarpe. È accusato nuovamente di associazione mafiosa.


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