I verbali del pentito Amore |"Rubavamo e tiravamo insieme" - Live Sicilia

I verbali del pentito Amore |”Rubavamo e tiravamo insieme”

Giuseppe Amore, ex rapinatore dei Santapaola oggi pentito, era quasi un tossicodipendente: ad ogni rapina una sniffata e gli auotrasportatori venivano sequestrati. Indagini della Guardia di Finanza. Un'anticipazione dell'inchiesta del mensile "S" in edicola o acquistabile on line QUI

 

Il grafico delle rapine preparato dai finanzieri

CATANIA- “Se si rubava, si tirava insieme”. Fiumi di cocaina e rapine, ad ogni rapina una sniffata, Giuseppe Amore, ex rapinatore dei Santapaola affiliato al gruppo della Stazione oggi pentito era quasi un tossicodipendente. “Eravamo sempre a comprare cocaina, a sniffare e io stavo male -racconta ai magistrati- Condorelli, un altro patito, ecco da dove l’incontro, perché anche a lui piace tirare. Se si rubava, si tirava insieme”. Per un periodo Amore e Condorelli fanno coppia fissa, cocaina e rapine, rapine e cocaina. Ma anche trasferte, frequenti. Amore racconta di un viaggio in Calabria, per andare “a caricare fumo”. In un’occasione è stata utilizzata un’auto in possesso di Francesco Ferrari, che attraverso la sua agenzia disbrigo pratiche automobilistiche, doveva ancora effettuare il passaggio di proprietà. “Abbiamo traghettato, siamo arrivati là, abbiamo fatto questa autostrada, dovevamo stare separati, era una Mercedes monovolume azzurrina”. Durante quella trasferta l’affare non sarebbe andato in porto, perché i calabresi erano creditori di 60mila euro nei confronti di “Paolo, cugino dell’avvocato S., parente dei Puglisi”.

Durante la trasferta per l’acquisto di droga, all’interno di una trattoria messinese in cui si mangia “Stocco” con le patate, viene affiliato Francesco Condorelli.

I proventi delle rapine andavano divisi secondo criteri stabiliti dal gruppo. Parte dei proventi venivano destinati a Benedetto Zucchero “per la famiglia, perché aveva un sacco di gente sulle spalle, per la famiglia mafiosa, no, quella sua di casa”.

Il Gruppo della Stazione si occupa di rapine agli autotrasportatori, “macchinette, salumi, formaggi, caffè, ce ne sono state tante -ricorda Amore- assai, 50, 60”.

I rapinatori del gruppo della Stazione erano pronti a tutto, Giuseppe Amore, Francesco Condorelli e Salvatore Maugeri sono accusati di aver rapinato un furgone di caffè posteggiato davanti al bar Napoleon di Librino: mentre il furgone veniva svuotato, l’autista è stato sequestrato e trasferito al Villaggio Sant’Agata. Il provento della rapina, 2.500 euro, è stato diviso tra i rapinatori e una quota è andata alla Zia Nuccia, moglie di Santo Battaglia, boss del Villaggio Sant’Agata.

Il furgone era dell’azienda Moak Spa di Modica, negli ultimi mesi aveva subito 4 rapine.

Gli uomini del gruppo della Stazione non risparmiavano commercianti di pesce, venditori di kebab e, durante gli assalti, spesso, venivano rapinate vecchie “conoscenze” per la seconda volta, è il caso dell’autista sequestrato a Librino: viene beccato mentre scarica patatine e spiedini in una rivendita di kebab in Corso Sicilia; provento, dopo la rivendita della merce, 2mila euro. Stesso commando, stessa tecnica. Autista sequestrato e incappucciato, stavolta in pieno centro storico, il furgone viene condotto al Villaggio Sant’Agata in un garage.

Assalti anche contro corrieri Sda a Nicolosi, tutti a volto scoperto, a numerosi autisti di furgoni che trasportano generi alimentari, in tutta la provincia.

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