Beati i portieri di anime - Live Sicilia

Beati i portieri di anime

Chi era Karol il Papa? La risposta l’ha data Navarro Valls: “In gioventù giocò da portiere”. Sarebbe diventato portiere di anime. La metafora calcistica rende forse più facile la spiegazione del cammino di un Pontefice prima giovane e magnifico, poi canuto e valoroso. Che tipo di guardiano? Completo. Capace di uscire a valanga per precipitarsi dove ci fosse bisogno del suo vincastro.
La beatificazione. Speciale Giovanni Paolo II
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Chi era Karol il Papa? La risposta l’ha data Navarro Valls: “In gioventù giocò da portiere”. Sarebbe diventato portiere di anime. La metafora calcistica rende forse più facile la spiegazione del cammino di un Pontefice prima giovane e magnifico, poi canuto e valoroso. Che tipo di guardiano? Completo. Capace di uscire a valanga per precipitarsi dove ci fosse bisogno del suo vincastro. Bravissimo sulla linea bianca, a presidiare il tesoro di una dottrina che considerava irrinunciabile.

C’è una parola che si contrappone nel dibattito sulla beatitudine alle azioni e al pensiero di Giovanni Paolo II. E’ il termine “modernità”. Micromega ha dedicato al tema una imponente riflessione, guastata nel suo apprezzabile ecumenismo dal titolo a sensazione: “Il grande oscurantista”. Un florilegio di idee sul tema. In sintesi. Può essere beato questo Vicario di Cristo polacco, questo poeta della frase e del gesto, talmente aperto al riflesso mediatico, eppure tetragono al vento della novità? Possiamo beatificare l’Uomo di Marcinkus e del caso Orlandi, il Pastore che licenziò gelidamente monsignor Romero e nascose – dicono – col suo manto le scelleratezze immorali dei Legionari di Cristo? Storie di affari, di preti che chiedevano udienza per popoli tragicamente dominati, di altri preti licenziosi, a presidio di vite buie.

Una premessa. La laicità che si lamenta sovente delle invasioni di campo ecclesiastiche non compie forse la stessa ingerenza quando pretende di dire la sua in tema di beatitudine? Non sono beatificazione e canonizzazione un affare dei credenti, dei cattolici, di coloro che poi si rivolgeranno per intercessioni ai santi e ai martiri postulati dal Vaticano? Alla cosiddetta laicità spetta casomai un’altra domanda: Giovanni Paolo II fu un grande Papa in chiave di complessivo giudizio storico sul suo governo? La nostra piccola risposta è: sì. Fu Grande e conobbe gli errori dei Grandi. Fu Grande per motivi che qui abbiamo tentato di spiegare.  Fu Grande non perché seppe vezzeggiare i media, ma perché portò se stesso sulla scena, senza rinnegarsi. Naturalmente il disaccordo è permesso, se non consigliato. Noi non dimenticheremo mai i voli inimitabili di uno splendido e unico portiere di anime.

(LA DIRETTA)

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