Il boss latitante per pochi mesi | Tradito dalla pasta al forno - Live Sicilia

Il boss latitante per pochi mesi | Tradito dalla pasta al forno

I boss intercettarono la mamma di Paolo Liga che cucinava per il figlio in fuga

PALERMO – Quindici minuti dopo le tre di notte notte del 2 novembre 2015 i carabinieri bussarono alla porta dell’abitazione di Paolo Liga, al civico 189 di via Roccaforte, a Bagheria. Dovevano arrestarlo per mafia ed estorsione, ma non era in casa. Iniziarono i pochi mesi di latitanza dell’uomo che oggi è stato condannato a 12 anni e 4 mesi.

Paolo Liga

Il secondo posto dove andarono a cercarlo era l’abitazione dell’ex moglie a Mazara del Vallo. Da qui si spostarono in un residence a Marsala – all’Herons Bay – ma c’era solo il figlio. I carabinieri analizzarono i tabulati del suo telefono. La mattina del 2 novembre si trovava davvero a Marsala e aveva avuto dei contatti con i fratelli Claudio e Riccardo De Lisi (anche loro condannati oggi). I loro telefono finirono sotto controllo.

Il 25 novembre 2015 Liga si fece vivo. La mamma raccontava alla figlia Rosaria che aveva incontrato due persone in un bar. “Giuseppe” e “Bruno” le avevano portato i “saluti” di Paolo e comunicato la sua intenzione “forse di prendere l’avvocato”. Era opportuno “parlare qua con De Lisi”. Il primo giorno di dicembre squillò il telefono di Rosaria. All’altro capo della cornetta c’era Riccardo De Lisi, che le suggeriva di passare “dall’ufficio” del fratello Claudio per ritirare “le chiavi del box di tuo padre… perché forse lo ha affittato”. Era il rifugio il latitante che all’indomani si spostò a Bagheria. “Lui è venuto ieri sera”, diceva il padre Mariano. L’8 dicembre 2015 la madre fu intercettata mentre preparava la “pasta al forno”. Era felice di cucinare per il figlio in un giorno di festa, ma era anche preoccupata: “… io questo fatto di portare il mangiare mi preoccupa però”. Il cibo fu consegnato a una donna che faceva da vivandiere per il figlio.

I familiari capirono di essere braccati: “Rosaria in questo minuto stateci lontano… senti cosa dice tuo padre…”. “… lui se lo arresterebbero (riferito al fratello Liga Paolo, ndr)… sarebbe già tranquillo… si così lui si leverebbe tutti i pensieri…”, diceva la sorella Rosaria.

Il 13 dicembre il latitante cambiò rifugio. Si spostò a Castellammare del Golfo, a casa del cognato Natale Farina. A Liga era stato fornito un cellulare pulito.

Il 30 gennaio 2016 squillò il telefono di Riccardo De Lisi mentre si trovava in macchina a Bagheria. Non voleva rispondere, ma qualcuno dall’altro capo della cornetta insisteva: “Richiama tra cinque minuti che… tipo… sto lasciando il bambino”.

La telefonata partiva da Castellammare del Golfo. A chiamare era Paolo Liga, che successivamente fu intercettato mentre diceva:“Chiamami sempre con questo telefono… non lo bruciamo questo”. De Lisi: “… comunque c’è di nuovo confusione per ora… sono andati (riferito ai carabinieri, ndr) da tua nonna ieri”.

Il 27 febbraio 2016 i carabinieri individuarono il rifugio. Liga si nascondeva a casa di Natale Farina, cognato della sorella Rosaria a Castellammare del Golfo. È qui che lo arrestarono. Finiva la sua breve latitanza.

 


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