PALERMO – Sarà la Procura a fare chiarezza sulla morte di Abou, il migrante quindicenne deceduto in ospedale dopo aver passato 12 giorni sulla nave quarantena ‘Allegra’ in rada a Palermo. Dopo la denuncia della sua tutrice, è stata aperta un’inchiesta. Il ragazzo era arrivato da solo dalla Costa d’Avorio.
Quei 12 giorni sulla nave-quarantena
Salvato in mare dalla Open Arms il 10 settembre, ha trascorso dodici giorni – dal 18 al 30 – sulla nave quarantena a Palermo. Secondo i medici che lo hanno visitato al momento del salvataggio, Abou non riportava sintomi particolari, se non una forte denutrizione. Le vistose cicatrici che segnano la pelle del ragazzo, secondo i dottori, non sono recenti. “Dal 18 al 30 settembre resta sulla nave quarantena Allegra – dice la sua tutrice Alessandra Puccio -, nave sulla quale c’è un solo medico per 600 persone”. Le sue condizioni si aggravano, tanto che il medico della Croce rossa che lo visita il 28 settembre annota nel referto che il ragazzo non si nutre da tre giorni e che si sospetta un problema ai reni.
La corsa in ospedale
L’indomani Abou sta ancora peggio e, in assenza di strumentazioni adatte a bordo, i medici decidono di trasportarlo all’ospedale Cervello. Al tampone per il Covid risulta negativo, viene ricoverato per polmonite e per un grave stato di disidratazione e denutrizione. Ma il ragazzo peggiora tanto da finire in coma. Con il reparto di rianimazione al completo per Covid, il giovane migrante viene spostato ancora una volta all’ospedale Ingrassia, dove muore il 5 ottobre. “Noi vogliamo sapere perché un ragazzo di 15 anni è morto, e se ci sono delle responsabilità”, dice Alessandra Puccio, che ha ricevuto la richiesta dal Tribunale dei minori di prendere la tutela di Abou solo cinque giorni prima che il ragazzo morisse, e che denuncia: “I minorenni non accompagnati dovrebbero avere assegnato un tutore nel momento in cui toccano il suolo italiano”.
L’autopsia per un pezzo di verità
Adesso si attende l’esito dell’autopsia che aiuterà a capire le cause della morte. Intanto un centinaio di persone ha partecipato alla fiaccolata in onore di Abou organizzata da Forum Antirazzista Palermo. Era presente anche il sindaco Leoluca Orlando, che ha annunciato: “Se dovessero essere accertate delle responsabilità mi riservo di costituirmi parte civile in difesa del diritto alla vita e alla salute di tutti”. Sulla nave quarantena ormeggiata a Palermo, nelle scorse settimane sono stati registrati episodi di insofferenza: in due occasioni alcuni migranti si sono gettati in mare nel tentativo di fuggire. Secondo il consigliere comunale di Sinistra comune, Fausto Melluso, la vicenda di Abou porta a riflettere sulle condizioni generali di vita dei migranti in quarantena “Sappiamo troppo poco di quello che succede su queste imbarcazioni che sono nate per tutelarci da un punto di vista sanitario ma che non possono compromettere la salute di chi si trova a bordo”.