PALERMO – Un territorio “caldo”, in cui i contrasti per il potere sul territorio non si sono mai placati: è quello interessato dalle indagini “Nuovo mandamento”, arrivate ad una nuova svolta con l’arresto di sette estorsori di Montelepre, che si aggiungono ai trentasette arresti scattati ad aprile scorso.
L’inchiesta aveva inizialmente permesso agli inquirenti di delineare i nuovi confini del mandamento di San Giuseppe Jato, che aveva ormai inglobato, oltre a quella di Montelepre, le famiglie mafiose di San Cipirello, Piana degli Albanesi, Monreale, Camporeale e Giardinello. Con il maxi blitz “Nuovo mandamento 3”, è la figura di Giacomo Maniaci, 37 anni, a rivestire un ruolo di rilievo, protagonista della lotta per il controllo della zona con l’anziano boss Salvatore Lombardo.
La famiglia mafiosa, che secondo le indagini sarebbe stata retta di fatto dal nipote di Lombardo, Giuseppe, nel 2011 sarebbe passata sotto il comando del giovane Giacomo Maniaci. Un assetto che gli investigatori monitoravano da tempo, specie dopo la scarcerazione del boss camporealese Antonino Sciortino, avvenuta nel novembre di due anni fa: fu da quel momento in poi, infatti, che i confini del mandamento si ridisegnarono. Una trasformazione nella geografia di Cosa nostra che, nelle intercettazioni, viene descritta dallo stesso Lombardo, nel corso di una conversazione con Francesco Vassallo:
Vassallo: “Lo zio Santo”
Lombardo: “Patrìa insieme a Criveddu”
Vassallo: “Eh!”
Lombardo: “Sì, tra loro patriano…là sono tutti”
Vassallo: “Eh?”
Lombardo: “Patriano tutti là, c’è il sindaco, il vice sindaco, il capo decina…”
Vassallo: “E chi c’è? Il capo chi è?”
Lombardo: “Il capo è Giacomino, il vice lo zio Santo, poi c’è il capo decina…Vincenzo u Criveddu”
Vassallo: “Eh..?”
Lombardo: “Poi c’è Franco”
Vassallo: “Franco che cosa è?”
Lombardo: “Franco è già quello sotto, il consigliere. Tutta la squadra completa”.
Ma il vertice continuò ad essere motivo di lotta anche successivamente. Giuseppe Lombardo, infatti, riuscì ad insediarsi nuovamente grazie alla mediazione di Giuseppe Libranti Lucido di Pioppo, ma perse la sua leadership ancora una volta nel marzo dello scorso anno. E stavolta definitivamente.
A capo del clan sarebbe finito così Vincenzo Giuseppe Cucchiara di Montelepre, 53enne, finito in manette. Ad “appoggiare” la sua candidatura sarebbe stato Santo Abbate, 77 anni, che – come le indagini hanno accertato – incontrò segretamente il capo del mandamento Sciortino, in base ad una vecchia amicizia.