CATANIA – Conviene andare a fare una foto del ponte del Tondo Gioeni. Tra un paio di settimane, un mese al massimo, il cavalcavia che sovrasta la parte alta di via Etnea sparirà per lasciare il posto a una rotatoria che garantirà la fluidità del traffico che, in quel punto soprattutto, vede passare migliaia di automobili e mezzi pesanti ogni giorno e che costituisce uno dei principali accessi alla città dai paesi etnei. La decisione, annunciata già un paio di settimane fa, è stata presa oggi pomeriggio nel corso di una riunuione di Giunta in cui all’unanimità è stato stabilito di demolire l’infrastruttura, principalmente per una una questione di sicurezza legata al rischio sismico. “Stiamo lavorando a ritmo serrato allo scopo di evitare al massimo i disagi alla cittadinanza – ha spiegato il sindaco Bianco – anche se qualcuno ci sarà ugualmente”. Il periodo scelto dovrebbe essere infatti il mese di Agosto, a ridosso di Ferragosto, proprio di limitare al massimo i disagi.
Già, perchè per realizzare la demolizione prima e la rotatatoria successivamente il tempo stimato è nell’ordine del mese, anche se l’assessore alle Infrastrutture, Luigi Bosco, ha assicurato che per effettuare le operazini più complesse – l’abbattimento vero e proprio del Ponte – la stima dell’amministrazione è di un paio di settimane. “I lavori più grossi, per cui la Circonvallazione verrà chiusa al traffico, saranno realizzati in circa quindici giorni – ha spiegato Bosco – ovviamente, salvo imprevisti”. In seguito, si procederà a realizzare la rotatoria che, nonostante quanto affermato dalla passata amministrazione, che stabilì di non abbattere il cavalcavia, optando piuttosto per il consolidamento, anche per questo motivo, riuscirà ad assorbire i flussi viari attualmente spalmati su tre differenti livelli.
Secondo quanto affermato da Giacomo Guglielmo, che è stato esperto dell’ex sindaco Stancanelli in materia di mobilità, uno dei principali motivi per cui la passata amministrazione aveva stabilito di non procedere all’abbattimento, era proprio la necessità di mantenere i flussi veicolari su differenti livelli. “Tra le motivazioni tecniche che portarono l’amministrazione Stancanelli a prediligere la non demolizione ma l’adeguamento del ponte – ha affermato – la scarsa probabilità di prevedere riduzione di flussi veicolari sulla circonvallazione e lungo la direzione mare-monte, e la difficoltà oggettiva di organizzare i flussi su una unica rotatoria a raso a fronte della attuale separazione dei flussi su tre livelli”.
Eppure, l’amministrazione Bianco è convinta di poter garantire, una volta completata l’opera, lo scorrimento del traffico, magari studiando qualche percorso alternativo che alleggerisca il peso delle vetture in transito. Come spiegato dallo stesso Bosco: “La viabilità definitiva sarà strutturata nella maniera adeguata per garantire i flussi e i collegamenti. C’è un progetto, che è quello originario – ha aggiunto – e noi non stiamo facendo altro che ripristinarlo”.
Insomma, valutata la questione sotto ogni profilo, la Giunta ha deciso dunque per l’abbattimento. La priorità, infatti, rimane quella legata alla sicurezza e alla prevenzione del rischio sismico. Una scelta obbligata, come sottolineato dallo stesso Bianco e come ribadito dall’assessore Bosco secondo cui, in caso di un terremoto importante, il cavalcavia “potrebbe subire seri danni creando problemi alla pubblica incolumità e alla circolazione sulla Circonvallazione, una delle principali vie di fuga per lo sgombero e l’arrivo dei soccorsi”. Uno svincolo a raso, invece, sarebbe molto più sicuro.
Anche in questo caso, la valutazione differisce di gran lunga da quella realizzata dalla precedente amministrazione, che aveva commissionato una perizia all’università di Catania, i cui esiti sulla resistenza dell’opera erano confortanti, tanto da spinegere Stancanelli e la sua squadra a rinunciare alla demolizione. “L’abbattimento è doloroso, certamente – ha evidenziato Bosco – ma per una città ad elevatissimo rischio sismico la priorità è la sicurezza. Non si può più mettere la testa sotto la sabbia: in relazione al rischio sismico non c’è nulla di meglio di uno svincolo a raso. Il ponte oltre tutto è malandato – ha continuato – così come il muro di sostegno e il sottopasso, elementi che non hanno possibilità di essere messi a norma, cosa peraltro non prevista dal progetto di consolidamento”.
Non solo. Mantenere l’opera costerebbe molto di più che abbatterla e comporterebbe la restituzione dei fondi stanziati non soltanto per l’abbattimento del cavalcavia, ma anche per la realizzazione di tutti gli interventi in circonvallazione. La Protezione civile aveva finanziato infatti l’abbattimento nell’ambito di un più ampio appalto, mai del tutto portato a termine dalla ditta aggiudicataria perché la passata amministrazione aveva deciso, il 19 luglio del 2012, di procedere al consolidamento del cavalcavia. Questa decisione avrebbe però portato a un aggravio della spesa di oltre 2 milioni e 100 mila euro, completamente a carico del Comune di Catania perché la Protezione civile non era disposta a pagare per lavori non conformi al progetto iniziale.
Il Ponte, dunque, verrà abbattuto: la tempistica dell’operazione sarà definita venerdì prossimo nel corso di una Conferenza dei servizi alla quale prenderanno parte assessori e tecnici comunali, polizia municipale, la ditta appaltatrice, rappresentanti della Prefettura, delle Forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco. Dovranno infatti essere predisposti due piani di circolazione: uno per i giorni della chiusura del tratto della circonvallazione attraversato dal cavalcavia, uno per il periodo in cui sarà possibile invece utilizzare anche una sola corsia dell’arteria.