Il commercialista assassinato| Tra i clienti la chiave del delitto - Live Sicilia

Il commercialista assassinato| Tra i clienti la chiave del delitto

Il luogo dell'omicidio di Antonio Di Liberto

Di Liberto aveva raggiunto il successo a Belmonte Mezzagno. Analisi su una cicca di sigarette.

PALERMO – È negli affari della vittima che si scava per trovare la chiave del delitto di Belmonte Mezzagno.

Antonio Di Liberto era un quotatissimo commercialista. Nel paese in provincia di Palermo aveva fatto fortuna,l mettendo in piedi una struttura con una ventina di dipendenti. Un migliaio di clienti gli garantivano un tenore di vita elevatissimo.

Chi sono i clienti dei suoi studi (ne aveva uno anche a Misilmeri)? Ci sono anche imprese e società finite nei guai giudiziari. Come la Savuko Scarl – ma è solo uno dei tanti esempi – che due anni e mezzo fa è stata sequestrata al cugino, quel Filippo Bisconti che da reggente del mandamento mafioso è divenuto un collaboratore di giustizia.

Bisconti ufficialmente era architetto e titolare di imprese edili. Quando gli serviva un commercialista si rivolgeva a Di Liberto, la cui nonna materna è sorella del papà di Bisconti. Come nel caso della Tava srl, anch’essa finita sotto sequestro, il cui amministratore unico risulta il palermitano Maurizio Tarallo.

Di assetti societari da spulciare i magistrati della Dda e i carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo ne hanno parecchi. Non si può escludere che dietro l’omicidio ci sia un affare andato male. Se davvero è andata così di mezzo deve esserci qualcuno talmente potente da organizzare un omicidio.

I militari hanno sentito parenti, amici e i colleghi della vittima. Descrivono un uomo particolarmente stanco negli ultimi giorni, ma nulla che, al momento, farebbe pensare a uno stato di agitazione. Il killer, ammesso che sia soltanto uno, ha sparato al commercialista prima frontalmente e poi ha esploso i colpi di grazia da una posizione laterale. L’auto di Di Liberto era ancora accesa quando sono arrivati i carabinieri che hanno trovato il corpo riverso sul volante. Si tratta di un veicolo con il cambio automatico. Dunque è stato il commercialista ad arrestare la marcia. Si è fermato perché conosceva il suo assassino oppure era inevitabile che lo facesse avendo trovato un ostacolo umano lungo la sua marcia.

Nei pressi dell’auto è stata trovata una cicca di sigaretta. Di Liberto non fumava, quindi il mozzicone potrebbe essere del killer. La moglie della vittima ha sentito gli spari. Non si è insospettita. Solo dopo ha chiamato lo studio e, appurato che il marito non era arrivato a lavoro, è uscita di casa e ha visto il cadavere.

 

 


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