L’osservatorio della Confcommenrcio mercoledì ha tirato fuori i numeri. La Tari pro capite in Sicilia nel 2018 è aumentata dell’8 per cento rispetto all’anno precedente. A Palermo la situazione è ancora peggiore, con un aumento dei costi vicino al 10 per cento. “Paghiamo di più a fronte di un servizio sempre più scadente. L’allarme lanciato il mese scorso trova adesso riscontro nei numeri ufficiali di Confcommercio. E i dati diffusi dalla Regione sulla raccolta differenziata, con Palermo al 18,9%, non si avvicinano nemmeno lontanamente a uno standard appena accettabile, considerato che per legge si dovrebbe raggiungere almeno il 65% e che la media siciliana è attestata al 39%”. Così Patrizia Di Dio, presidente dell’associazione di categoria di Palermo.
Tasse alte, servizi scadenti. E risultati ancora lontani da standard almeno dignitosi. Perché in Sicilia il livello medio della differenziata sale, è arrivato al 39 per cento – dati freschi della Regione – ma la città di Palermo è ancora inchiodata a un imbarazzante 19 per cento. Numeri che non impediscono al Comune di stangare i palermitani. O almeno quelli che la tassa la pagano. Palermo infatti è seconda in Italia nella classifica del mancato pagamento della tassa dei rifiuti, secondo l’analisi di Crif Ratings sui bilanci dei Comuni italiani.
Non solo rifiuti. Di questi giorni è la notizia di un’altra stangata a venire. Quella relativa alle strisce blu. L’Amat ha deciso l’abolizione della fascia oraria gratuita dalle 14 alle 16, si pagherà anche in quelle ore. Un provvedimento che “sarà un vero salasso sopratutto per coloro che lavorano in centro”, ha lamentato la Confesercenti Palermo.
Un Comune che affonda sempre di più le mani nelle tasche dei cittadini, o almeno di quelli che pagano, si attira insomma in pochi giorni due reprimende dalle associazioni datoriali del commercio. La misura delle strisce blu potrebbe avere una qualche coerenza con una “visione” che punta a penalizzare l’uso dell’automobile da abbandonare in favore dei mezzi pubblici. Che però funzionano come funzionano a Palermo. I soldi della stangatina dovrebbero servire appunto a migliorare le cose. Si vedrà. Diverso il caso dei rifiuti, la cui gestione è il principale tallone d’Achille della amministrazione Orlando. Che ha spiegato che la colpa di tutto è sempre di qualcun altro, dai palermitani indisciplinati (è anche vero) ai complotti dei poteri oscuri (possibile, ma chissà). Sorvolando sempre con generosità autoassolutoria sui limiti gestionali che, ad esempio, sono evidenti nei dati della differenziata.
I piani per voltare pagina non mancano mai. E così la narrazione ottimistica del sindaco della “visione”, narrazione che ha portato dei frutti su cultura e turismo. Ma aspettando il futuro, al momento restano i mal di pancia di chi ancora resiste a fare impresa a Palermo contro un Comune acchiappasoldi.