PALERMO – Quattro milioni di debiti fuori bilancio per il 2014. Pochi spiccioli rimasti per il 2015. E 850 bambini che rischiano di vedersi negare l’assistenza sociale. A Palermo scoppia il caso-cooperative: le aziende che assistono i minorenni in difficoltà, guidate dal presidente di Legacoop Palermo Filippo Parrino, reclamano i compensi per le loro attività, ma il Comune allarga le braccia. “Colpa della Regione”, sostiene l’assessore alla Cittadinanza sociale Agnese Ciulla, che addebita il problema al taglio deciso da Palazzo d’Orléans: “Mi auguro che la Regione ci ripensi”. Intanto i lavoratori non ricevono lo stipendio, le banche abbassano il rating delle aziende e avviano il recupero dei crediti. Sullo sfondo loro, i bambini.
Le comunità alloggio, in città, accolgono circa 850 bambini. Quest’anno pesano sul bilancio comunale per 14 milioni e mezzo. Che, semplicemente, non bastano: “Nel 2014 – spiega Parrino – il Comune non ha pagato gli ultimi mesi, incasellando circa 4 milioni di euro sotto la voce ‘debiti fuori bilancio’. Ad oggi gli enti non hanno potuto ricevere quei pagamenti: occorre inserirli nel bilancio entro dicembre. Alcune aspettano crediti del 2013, e i loro bilanci sono stati distrutti”. L’elenco, non esaustivo, inizia così: la cooperativa “Sicilia Ambiente”, secondo Legacoop, avrebbe un credito di 303.587,32 euro, la “Piccole donne” di 140.000, la “Angelo blu” di 246, la “Coiné” di 198.000. E poi l’associazione Federico II 410.137, la Elios 140, la “Florio onlus” 173.463, la “Sefora” di 266 mila, e l’elenco continua ancora.
Continua, ed è destinato ad ampliarsi. Ancora Parrino: “Nel capitolo di bilancio sono stati stanziati 14 milioni e mezzo e ne sono stati impegnati 11.829.674. Rimangono due bimestri da pagare, quindi il residuo, 2.670.325 euro non basterà. Quindi il problema è destinato a ripetersi”. Problemi di soldi, ma anche di burocrazia: “Gli uffici comunali – attacca Legacoop – trovano tutti i cavilli per ritardare i pagamenti. Dimenticano che non sono fornitori qualunque ma enti che assicurano sicurezza ai minori e spesso senza poter pagare gli stipendi agli operatori. Non serve accogliere i minori con tanto di sorrisi al porto e fotografi, se poi non si sostengono nelle comunità”.
Per l’assessore, però, il problema non è di volontà. È, materialmente, di finanziamenti. “C’è un problema serissimo – ammette la responsabile delle politiche sociali nel capoluogo – che riguarda le modalità con cui la Regione ha contribuito. Fino al 2012 la Regione corrispondeva a tutti i Comuni siciliani l’80 per cento delle rette. Adesso siamo a meno del 20 per cento”. In soldoni, è proprio il caso di dirlo, questa novità si traduce in una voragine nei conti: “Su 14 milioni e mezzo – osserva l’assessore – prima la Regione ci restituiva 11,6 milioni e noi dovevamo trovare gli altri 2,9. Adesso il rapporto si è invertito”. La conseguenza? Non solo il rischio default per le coop. “C’è il rischio default per i Comuni”.
Quindi si attende. “Ci stiamo lavorando – promette l’esponente della giunta Orlando – anche per cercare di migliorare il modello, sapendo che i soldi sono veramente pochi. Sappiamo anche che la Regione sta discutendo i nuovi standard per le comunità con l’orientamento di abbassare i compensi”. Insomma: tagliare, stavolta alle coop: “Io non sono né favorevole né contraria”, mette le mani avanti Ciulla. “Io – dice l’assessore – mi auguro che si possa fare un lavoro di prevenzione, evitando l’inserimento in comunità, accompagnando i minori con altre strategie. Lo sforzo che stiamo facendo è enorme. Stiamo cercando di mantenere gli impegni”. Tutti, tranne quattro milioni. Che rischiano di mandare le coop sul lastrico. E i bambini in mezzo alla strada.