Il Comune risponde a Fiumefreddo:| "Nessun artificioso pareggio di bilancio" - Live Sicilia

Il Comune risponde a Fiumefreddo:| “Nessun artificioso pareggio di bilancio”

L'Amministrazione risponde a Riscossione Sicilia, della quale non si serve più dal 2012 e con la quale ha un contenzioso di 300 milioni di euro risalente al 2010. Già dall'aprile del 2014 il Comune etneo ha messo in mora l'Agente di riscossione.

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CATANIA – L’Amministrazione comunale di Catania è intervenuta sulla vicenda delle denunce di Riscossione Sicilia a proposito di crediti inesigibili dell’Ente.

“Confidiamo molto – si legge in una nota – nell’operato del nuovo presidente Fiumefreddo visti i danni incalcolabili procurati in passato da Riscossione Sicilia ai Comuni siciliani in generale e quindi anche a Catania. Risulta però singolare la diffusione di notizie tendenziose e in qualche caso false sul Comune di Catania. Per esempio si legge su alcuni organi di stampa che ‘da accertamenti compiuti’ il Comune di Catania utilizzerebbe somme inesigibili, quelle di ’25 mila debitori’ morti, ‘per conseguire un artificioso pareggio di bilancio’. Va subito spiegato che ormai nei bilanci vanno inserite soltanto le somme effettivamente incassate, non quelle ipotetiche, e che quindi la circostanza riferita rappresenta una divertente frottola. Ma bisogna aggiungere anche altre importanti informazioni per comprendere le ragioni che possono portare a certe esternazioni”.

“Per esempio – prosegue la nota – bisogna spiegare che fin dal 2012 il Comune di Catania non si serve più di Riscossione Sicilia a causa della sua scarsa capacità riscuotere i tributi, la più bassa mai riscontrata in Italia. Molte cartelle risultavano inesigibili e già nel 2011 l’allora ragioniere generale Giorgio Santonocito chiese formalmente di conoscere le ragioni di questa inesigibilità. Ma il Comune, da allora, non ha ricevuto alcuna risposta. Inoltre, nonostante da tre anni non si occupi di riscuotere i tributi per il Comune di Catania, Riscossione Sicilia ha ancora in carico un portafoglio di cartelle esattoriali risalenti a prima del 2010 e che ammontano a ben 300 milioni di euro. Non è escluso che tra questi, tantissimi, debitori ce ne siano diversi ormai passati a miglior vita. Ma su questo non abbiamo notizie, perché, nonostante le sollecitazioni del Comune, l’ultima delle quali del 2014, l’Ente di riscossione non ha ancora dato prova di avere eseguito correttamente le proprie attività su questo portafoglio di cartelle esattoriali e con una nota del 16 aprile dello scorso anno firmata dal ragioniere generale Ettore De Salvo il Comune di Catania lo ha messo in mora annunciato che avvierà nei confronti di Riscossione Sicilia ‘tutte le iniziative legali per i danni erariali subiti’. A ciò va aggiunto il fatto che la Commissione tributaria ha dato torto al Comune per circa duemila cartelle esattoriali impugnate per errore di notificazione da parte dell’Agente della riscossione. Anche in questo caso il Comune ha avviato le procedure di rivalsa nei confronti di Riscossione Sicilia”.

“Concludendo – chiude la nota – siamo convinti come il presidente Fiumefreddo che i furbi siano nelle Istituzioni. Il problema è individuarli con precisione. Quindi, per proseguire con gli hastag lanciati finora, bene #avanticontrasparenza e #senzaguardareinfaccianessuno, ma anche #senzaperderelatesta”

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