"Il Consiglio ha paura della piazza | Sulla Gesip le solite promesse" - Live Sicilia

“Il Consiglio ha paura della piazza | Sulla Gesip le solite promesse”

L'intervista a Fabrizio Ferrandelli
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Il presidente del Senato, Renato Schifani, lo ha annunciato questa mattina: mercoledì a Roma si terrà un tavolo tecnico interministeriale per trovare una soluzione alla vicenda Gesip. Una notizia che ha fatto piacere al sindaco Diego Cammarata, ma che non convince il capogruppo dell’Italia dei Valori al consiglio comunale di Palermo, Fabrizio Ferrandelli.

Consigliere Ferrandelli, finalmente il governo si muove su Gesip. Siamo vicini a una soluzione?
“Purtroppo è la solita politica degli annunci, tipica di questo governo. L’unica soluzione finora avanzata è stata una proroga che ha il sapore del capolarato, che tiene in scacco i dipendenti prima con dieci giorni e poi con altri venti. È la dimostrazione che non hanno una visione organica sul da farsi. Già da tempo abbiamo sollecitato l’istituzione di una commissione tecnica per l’internalizzazione dei dipendenti della Gesip al comune di Palermo. Dal momento che la Gesip è una società privata ma a capitale completamente pubblico, cioè è tutta del comune nonostante la privatizzazione, invece di mantenerla come soggetto privato che crea un milione di debito al mese, smantelliamola. In questo modo risparmieremmo l’iva, che attualmente ammonta a circa 14 milioni l’anno, visto che non la pagheremmo se i lavoratori fossero assunti dall’amministrazione. Abbiamo chiesto, in tempio non sospetti, una deroga al patto di stabilità al Consiglio dei Ministri per poter internalizzare, ma senza ricevere risposta. Sala delle Lapidi ha anche votato all’unanimità una mozione in questo senso, ma non è successo nulla”.

A cosa attribuisce lo stallo del consiglio comunale?
“Alla paura per la vicenda Gesip. Sono in pochi i consiglieri, fra cui il sottoscritto, che riescono a stare in piazza in queste ore, senza temere nulla. Lo dice chiaro anche l’atteggiamento della presidenza di Sala delle Lapidi: qualunque iniziativa a Palazzo delle Aquile non viene autorizzata perché si teme l’occupazione dell’Aula. Un atteggiamento di difensiva, che dimostra il clima che stiamo vivendo. Il consiglio comunale non ha altro da dire su Gesip, ma ci sono altre mille questioni su cui pronunciarsi, a partire dal bilancio che non abbiamo ancora votato, sebbene si sia già a maggio”.

L’assessore Genco ha annunciato che lo manderà in consiglio la prossima settimana.
“Prima c’era la scusa che non si conosceva la finanziaria regionale, adesso sono costretti a mandarcelo perché va votato necessariamente entro maggio. Il centrodestra dice che sarà un bilancio ingessato per i tagli ai trasferimenti nazionali e regionali, ma questo è il terzo bilancio ingessato che votiamo. I tagli degli stanziamenti nazionali ci sono solo quest’anno, non c’erano lo scorso ma la spesa veniva comunque tagliata. Non sappiamo ancora cosa conterrà, ma scopriremo presto vedendo le voci. Certo, se dovessi vedere che ci sono centinaia di migliaia di euro per il cerimoniale del sindaco e non un soldo per il sociale, allora capiremo dove è il bluff. Speriamo sia l’inizio di una ripresa delle attività, di certo sarà un passaggio necessario. Il 17 maggio ci sarà una mobilitazione del sociale, non possiamo non dare risposte”.

Il consiglio comunale è fermo solo per la Gesip o anche per altro?
“Credo che sia chiaro: il Consiglio sta rispecchiando la disgregazione politica generale. Abbiamo una maggioranza inesistente, che su Gesip non si è riunita il 30 aprile perché non c’erano 26 consiglieri, visto che sono di meno, e pensare che a inizio consiliatura erano in 36. Il problema è che manca una linea politica: il consiglio funziona se vota atti dettati dalla linea politica della giunta. Ma gli assessori non vengono nemmeno a difendere le loro delibere in Aula, come si può lavorare così? Quando un provvedimento arriva in Aula, non ha la forza di andare avanti. Ci sono sedute fiume che non portano a nulla. Laddove si realizza una forte coesione con le forze sindacali, come abbiamo avuto nel caso di Sispi, allora Sala delle Lapidi funziona. Altrimenti no, vista la debolezza della giunta. Poi c’è anche una pessima qualità umana: ci sono consiglieri che non vengono, non partecipano, svuotano le discussioni di senso. Per esempio, il Pdl non riesce a garantire più di cinque consiglieri in Aula, che sono peraltro sempre i soliti. Gli altri sono dispersi fra loro affari privati. Garantiscono solo il numero legale a inizio seduta e poi vanno via”.

A parte Gesip, anche le altre municipalizzate soffrono di numerosi problemi.
“Amat e Amia Essemme sono disastri annunciati. Da due anni e mezzo col centrosinistra tentiamo di portare avanti una discussione che riguardi le ex municipalizzate, senza successo. Le partecipate servono solo a dare al Bellavista di turno, che era candidato con l’Udc alle ultime comunali, una ricompensa dopo la trombatura. A guidare le società dovrebbero essere solo tecnici competenti e qualificati, ma se proprio dobbiamo adottare una logica spartitoria almeno gli mandino il primo degli eletti, non l’ultimo, quantomeno scelgano i migliori. Le società sono state ridotte solo a luoghi di interscambio di clientele e favori. La cosa incredibile è che le aziende di servizi o producono debiti solo a Palermo, mentre nel resto del mondo producono utili. I cittadini, per esempio, pagano l’Amat due volte: con il contratto di servizio e con il biglietto. Come è possibile che un servizio di trasporti pagato due volte, peraltro con il biglietto più caro d’Italia a fronte del servizio peggiore del mondo, vada in perdita? Stessa cosa per i rifiuti: da altre parti, come a Torino, ci fanno i soldi e da noi no. Amg dimostra per l’appunto come si possano produrre utili, nonostante le difficoltà. E l’amministrazione cosa voleva fare? Anziché reinvestire in illuminazione pubblica, voleva risanare il buco delle altre aziende con gli utili di Amg. Così non si va avanti”.

Come mai le opposizioni, pur essendo numericamente maggioranza, non riescono ad essere compatte?
“Il punto è che esistono più opposizioni: opposizioni finte, che hanno determinato la vittoria della maggioranza, come Forza del Sud che tecnicamente dice di essere all’opposizione ma poi vota per il centrodestra, e opposizioni reali. L’Idv è una forza di opposizione reale, che non può avere però programma comune con l’Mpa, ecco perché non si trova una sintesi: siamo stati eletti su programmi differenti. Ad oggi, guardando le scenario nazionale, abbiamo obiettivi differenti. Col Pd, almeno al comune di Palermo, il discorso è diverso. Non abbiamo mai risentito delle difficoltà regionali, facciamo insieme un ottimo lavoro di opposizione, come nel caso della Tarsu e dell’Irpef. Abbiamo quasi sempre una linea comune. Il centrosinistra al comune esiste, alla regione no”.

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