Sotto la pioggia battente di Palermo sono scesi in piazza attori e lavoratori della soap siciliana “Agrodolce”. Lavoratori e attori, stanchi di un anno di attese, promesse, annunci e slogan politici sulla ripartenza della produzione, ma soprattutto di un anno senza lavoro e stipendio, hanno deciso di celebrare il funerale di “Agrodolce”. Così accompagnati dal rullo di tamburi e portando a spalla una bara bianca, i protagonisti della protesta hanno sfilato in corteo fino all’assessorato regionale ai Beni culturali. Forti le parole di Vincenzo Ferrera, commissario Martorana in “Agrodolce”: “Qui c’è un blocco strano. Un anno è passato e ci sono quattrocento famiglie in seria difficoltà. A questo punto per colpa della Regione –ha affermato l’attore – l’ industria chiude e a parte “Agrodolce” non verrà più fatto niente in Sicilia, perché a questo punto è inutile. Ma soprattutto è assurda l’assoluta indifferenza verso quelle che sono le banali e le primitive esigenze di qualsiasi cittadino: cioè capire se lavorerò o non lavorerò. Un mese, due mesi, va bene. Un anno no. Privatamente mi è stato detto che dovremmo iniziare a gennaio. Ma detto così non ha alcuna valenza. E’ un anno che privatamente ci dicono “va bene”.
Parla delle difficoltà economiche a cui stanno andando incontro le famiglie anche Assunta Battaglia che in “Agrodolce” interpreta la professoressa Midulla, madre di Claudio Mazzola che nella soap interpreta Ciccio Serio. “Si parla anche di minori qua. Mio figlio lavora in ‘Agrodolce’ e per fare ciò abbiamo investito dei soldi, fatto sacrifici. Siamo arrivati ai ferri corti – ha dichiarato l’attrice – Io sono qui oggi e sono disposta a salire sul cornicione e non muovermi più di lì. Io non parlo solo di mio figlio e di me stessa. Dietro ci sono tecnici, truccatori, parrucchieri… Più di mille persone che lavoravano giornalmente. ‘Agrodolce’ è molto seguito e ha arrecato un beneficio enorme al turismo siciliano. Non esiste nessuna soap che abbia questi esterni stupendi.” Moltissime le persone coinvolte da questa situazione, come confermano anche le parole di Ugo Polizzi, capogruppo del comitato dei lavoratori di “Agrodolce”. “La Rai aspetta solo la firma della Regione siciliana. Posso fare il calcolo solo delle figurazioni. Nell’arco di una produzione abbiamo impiegato circa duemila figurazioni e almeno duemila giornate di lavoro. Noi operatori siamo circa 250. La lista della troupe è composta da 170 siciliani e non tutti siamo su questa lista. Quindi siamo molti di più”.
E’ una situazione che si protrae da molto tempo quella della soap siciliana. I lavoratori non capiscono perché la Regione Siciliana non voglia apporre le firme per far ripartire la produzione. “Questa questione era iniziata già nel novembre dell’anno scorso. Siamo stati tranquilli perché ci avevano dato delle rassicurazioni”, ha affermato Giacomo Iuculano, aiuto regista di “Agrodolce”. “Questa iniziativa è nata spontaneamente quando ieri abbiamo saputo le cose in maniera più chiara – ha continuato- Le voci convergevano tutte su una notizia: la situazione che si doveva sbloccare a dicembre al 99% non si potrà sbloccare. Quindi appena abbiamo saputo questa cosa, ci siamo presentati spontaneamente qui dopo un breve giro di chiamate. La situazione dovrebbe essere risolvibile. Si parla di firme. Allora chiediamo cosa è che manca e per chi manca? Sia chiaro che parlo a nome del comitato dei lavoratori di “Agrodolce”. E’ un’ azione unitaria, voluta da tutti”.