Cuffaro, la condanna | e il ruolo di Livesicilia - Live Sicilia

Cuffaro, la condanna | e il ruolo di Livesicilia

La giornata di Cuffaro
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Un uomo politico condannato per “avere agevolato la mafia” non  può rivendicare un ruolo  nella vita pubblica nazionale o regionale. Deve tramontare e pensare a restaurare il suo onore, quando ne abbia la possibilità. Il senatore Cuffaro lo sa, tuttavia è meglio rammentarlo.  Questo è un dato pacifico per la sensibilità di noi che Livesicilia lo facciamo e per tanti lettori che ci accompagnano nel cammino quotidiano, non sempre facile, di racconto e interpretazione dei fatti. Detto questo, a scanso di equivoci, diciamo anche altro.

1) Qualche lettore ci ha accusato di essere pro-Cuffaro. A partire da quel famoso sondaggio sul suo eventuale ritorno al potere. Ricordo che quel sondaggio nacque intorno a una riflessione non peregrina di Antonello Cracolici (Pd). E ci sembrò opportuno proporlo, proprio perché lo ritenemmo di interesse giornalistico. Infatti, ebbe una valanga di voti. Voti liberi. Livesicilia – provare per credere – è il quotidiano online in Sicilia (e dunque in Italia) che ha dato il maggiore spazio alla condanna del senatore Cuffaro, con la diretta, i commenti e gli approfondimenti. Strana partigianeria la nostra.

2) Secondo noi, l’approccio alla sentenza dei lettori è un racconto morale sull’identità di questo Paese. Molta passione, poca riflessione. Molte grida, pochissimo ascolto dell’opinione altrui. Molta voglia di dividersi, pochissima voglia di dialogare

3) E poi una rabbia. Un furore bruciante contro le posizioni opposte. Forse dovremmo meglio riflettere sull’impoverimento della nostra capacità democratica. La democrazia resiste, finché nella concezione di ognuno risiedono la necessità e il desiderio del confronto con una concezione differente. Altrimenti, siamo alla violenza e allo squadrismo verbale che accusa di malafede coloro che non la pensano in un certo modo. E, per una volta, il vituperato e tirannico Berlusconi non c’entra. Facciamo tutto da soli.

4) A noi non fa piacere questa condanna. E penso che non possa fare piacere a nessun siciliano. Perché? Perché l’uomo politico, uscito a pezzi dalla nota sentenza, è stato eletto e ha governato, con un vasto consenso, in un contesto clientelare e trasversalmente non specchiato. In questa condanna – piaccia o non piaccia, a dispetto del voto di ognuno, fruitori attivi, feroci contestari, o spettatori passivi di un sistema di potere – ci siamo anche noi. Ci siamo dentro fino al collo.

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