Il ddl sull'abusivismo edilizio | Alta tensione tra sindaci e Regione - Live Sicilia

Il ddl sull’abusivismo edilizio | Alta tensione tra sindaci e Regione

Orlando attacca, Musumeci ribatte duramente.

La polemica
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PALERMO – Scambio polemico tra sindaci e Regione dopo la presentazione del nuovo ddl sull’abusivismo della giunta regionale. Se Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia, non risparmia critiche al governo accusato di “colpevolizzare” i primi cittadini, il presidente della Regione risponde duramente. “Il disegno di legge presentato dal governo regionale richiama i sindaci alla necessità di far sgomberare le case abusive che, per loro ubicazione, potrebbero trasformarsi in trappole mortali per chi le abita – dice Nello Musumeci -. Credo, quindi, che la delegazione dell’Anci Sicilia abbia preso un grosso abbaglio o sia mossa da malafede”. Così la nota del presidente della Regione in merito alle dichiarazioni rilasciate stamane dal sindaco di Palermo che aveva dato fuoco alle polveri a margine dell’incontro tra una delegazione di primi cittadini e il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè su abusivismo edilizio e al dissesto idrogeologico.

“Ma davvero qualcuno pensa ancora di ‘giocare’ a colpevolizzare i sindaci? Davvero qualcuno pensa di potere scaricare tutte le colpe sui sindaci?”. Così ha detto stamattina Orlando rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto di commentare il disegno di legge sull’abusivismo annunciato da Musumeci. “Se si presenta un disegno di legge sull’abusivismo che destina appena un milione di euro per intervenire in Sicilia – ha aggiunto Orlando – vuol dire che non si è compresa la gravità della situazione”. Orlando ha poi rilanciato la proposta di affidare ad un “soggetto terzo” il compito di portare avanti gli interventi di demolizione, confisca o cambio d’uso degli immobili abusivi. “Non penso ad una soluzione di questo tipo per le grandi città – ha detto Orlando – ma nei piccoli centri deve essere così. Il sindaco deve fare la propria parte, deve avviare controlli, verifiche e l’istruttoria, ma poi deve essere un ente terzo, magari il Genio Civile o la Prefettura, ad intervenire perché nella fase più delicata i sindaci non possono essere lasciati soli”.

E se Micciché ha risposto al sindaco auspicando che la politica non si divida su un tema come questo, Musumeci ha riservato a Orlando la piccata replica sopra citata. Aggiungendo: “Quanto alle competenze e alle risorse finanziarie per far fronte alla demolizione della abitazioni abusive – continua il governatore – abbiamo già chiesto a Roma di adottare nuove misure appropriate per non esporre i sindaci nella gestione di situazioni spesso drammatiche. Resta inteso che la Regione attenderà, fino ai primi di dicembre, per conoscere le risultanze dei propri ispettori, nominati per fornire un’aggiornata ricognizione sull’abusivismo edilizio dei singoli territori comunali. Ricognizione che buona parte dei primi cittadini, benché invitati, non ha ritenuto di trasmettere agli uffici regionali alla scadenza del settembre scorso”. Si tratta del caso raccontato nel dettaglio da Livesicilia: solo il 16 per cento dei Comuni ha risposto alla diffida della Regione, che era partita già nel 2013 ed è arrivata all’ennesima sollecitazione.

Anche l’Asael, altra associazione di enti locali, non ha risparmiato critiche al governo: “La minaccia di decadenza rivolta dal governatore Musumeci ai sindaci per quanto riguarda l’esecuzione delle ordinanze di sgombero è inaccettabile”. Lo afferma il presidente dell’Asael, Matteo Cocchiara. “Non si può continuare a minacciare i sindaci gettandoli sul banco degli imputati – prosegue Cocchiara – e non si può lasciare da soli gli amministratori locali a combattere un fenomeno come l’abusivismo edilizio che in Sicilia assume purtroppo dimensioni mastodontiche”. Cocchiara invita Musumeci “a dialogare con gli enti locali” e lancia la proposta di un fondo da mettere a disposizione dei comuni per le demolizioni. L’obiettivo è quello di dare la possibilità di portare avanti le demolizioni degli edifici abusivi anche a quelle realtà locali in difficoltà economiche, che a termini di legge non possono accedere al fondo di rotazione statale esistente”.

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