CATANIA – “Ringrazio il governatore Rosario Crocetta che mi ha permesso di passare alla storia come l’ultimo presidente eletto dal popolo a Catania…”. Lo afferma l’ex presidente della Provincia etnea e dell’Upi, Giuseppe Castiglione commentando la riforma della Regione Siciliana che annulla gli Enti intermedi nell’isola. Secondo il deputato del Pdl “le Province sono il simbolo da sacrificare all’altare dell’antipolitica”, ma “l’unica novità e che è stata definitivamente suggellata la maggioranza politica tra Crocetta e i grillini” e “il primo banco di prova sarà la nomina dei commissari”. “Se il Governo regionale fosse stato più coraggioso e meno populista – sottolinea Castiglione – avrebbe fatto a meno dei 206 enti strumentali della Regione, che nel 2012 sono costati oltre 28 milioni di euro”. “Con il disegno di legge Crocetta, che stabilisce che il territorio dei liberi consorzi debba comprendere una popolazione di almeno 150.000 abitanti – osserva il deputato del Pdl – si potrebbe potenzialmente arrivare alla nascita di 33 liberi Consorzi. Anziché snellire le istituzioni, razionalizzando le Province assisteremo pertanto a una proliferazione di enti. E’ evidente anche – conclude il coordinatore regionale del Pdl – che se si deciderà di spostare il personale delle Province nella Regione o sui Comuni la spesa pubblica aumenterebbe vertiginosamente”.
Arrivano voci di protesta anche da Palazzo dei Minoriti. “L’agnello è stato sacrificato”. Si è espresso così Carmelo Giuffrida, vicepresidente del consiglio provinciale in quota al Pdl. Un giudizio caustico che riassume lo stato d’animo, quasi unanime, dei colleghi consiglieri. “Gli onorevoli dell’Ars saranno sicuramente contenti – ha aggiunto – ma come la mettiamo ora con i nove milioni di crediti che la Provincia vanta da parte della Regione. Dove finiranno? Per questo – ha riferito- abbiamo presentato oggi un ordine del giorno per mettere in mora la Regione”.
Esprime forti perplessità anche il capogruppo dell’Mpa Mimmo Galvagno: “E’ la fine della democrazia. Così Crocetta – ha spiegato- potrà nominare direttamente lui i presidenti delle Provincia, mandando nove commissari che rispondono direttamente ai suoi desiderata. Il punto è che lui vuole essere a tutti i costi il primo presidente ad abolirle – ha aggiunto Galvagno- questo per poter andare alle trasmissioni Rai e potersi vantare del primato ottenuto. La realtà però è un’altra -ha continuato l’esponente autonomista- già Raffaele Lombardo aveva presentato la riforma delle provincie, ma in maniera più concreta e attenta alle esigenze del territorio, così come era già avvenuto con la riforma della sanità. Tanto – ha continuato- lo abbiamo capito come funzionano le cose: su Lombardo si può dire tutto il male possibile, mentre tutto ciò che fa Crocetta è innovazione. In tutto questo però l’Udc – ha concluso- non fa altro che calare le braghe davanti ai grillini”.
Forti criticità arrivano pure da Giuseppe Mistretta de La Destra: “Se Crocetta avesse davvero avuto l’intenzione di tagliare gli sprechi -ha spiegato-lo avrebbe fatto aumentando le competenze delle stesse Provincie. Iniziando proprio dalle Ato. O magari tagliando le indennità degli amministratori. Invece – ha aggiunto il consigliere vicino a Nello Musumeci – oggi viene demolita la rappresentatività democratica, in favore di una legge che ha tutto il sapore di un nuovo porcellum. In verità Crocetta – ha spiegato- non ha istituito nulla di nuovo, i liberi consorzi esistono già. È così dal 1987, da quando cioè – ha precisato Mistretta- tutti i comuni della Sicilia hanno votato la propria adesione alle provincie regionali”. Si è espresso anche in questi termini il presidente del Consiglio Giovanni Leonardi: “Siamo di fronte ad una bufala. Crocetta non sta facendo altro che seguire quanto già aveva sancito il governo Monti. Il problema di oggi – ha spiegato- non è abolire le provincie, ma garantire e rafforzare quegli stessi servizi che già esistono sul territorio”.
Esprime invece soddisfazione per l’iniziativa del presidente della Regione Ernesto Calogero del Megafono: “L’Ars ha oggi davanti una grande opportunità, quella di definire, da qua a dicembre, l’architettura dei nuovi liberi consorzi. Una scelta – ha aggiunto- che va sicuramente in direzione di una maggiore efficienza amministrativa e del contenimento dei costi.