PALERMO – Rabbia, commozione e sgomento, da parte di amici e colleghi, quando la vedova e la figlia del poliziotto che ieri a Misilmeri ha sparato al figlio prima di uccidersi, sono uscite dal reparto della Seconda rianimazione dell’Ospedale Civico di Palermo. A quel punto, guardando i loro volti, la piccola folla ha capito che il flebile filo di speranza si era spezzato e che il bambino era morto. Erano le 10,30 e davanti al piazzale del nosocomio tanti erano in lacrime. C’era anche un amico della coppia che ieri, quando ha appreso della tragedia, era in macchina. Qualcuno l’ha chiamato: “Non ci credevo – dice -. Mi sono collegato alla rubrica del telefonino e ho visto la foto della vittima. Ho ancora la pelle d’oca. Terribile. Non riesco a credere che abbia potuto compiere un gesto così terribile”. Gli amici cercano di stare vicino alla sorella del bimbo morto, che ha 13 anni e che quest’anno finirà le medie. Fratello e sorella frequentavano due scuole vicino a casa loro, che il poliziotto ha dovuto vendere a causa dei debiti che avrebbe contratto e che gli hanno tolto la serenità.
“Siamo profondamente costernati per i contorni di una tragedia che ha colpito la famiglia del nostro poliziotto Ivan Irrera”. Lo afferma il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “Siamo vicini, pertanto – aggiunge Alfano – anche alla Polizia di Stato che perde in modo tragico e inspiegabile un valente investigatore”.
“Un dramma umano che ci lascia senza parole”. Lo dichiara il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico. “Siamo – aggiunge Bubbico – vicini alla famiglia, alla Polizia di Stato e alla mamma che, in questo momento di profondissimo dolore, ha saputo compiere un grande atto di generosità e speranza dando l’assenso alla donazione degli organi del piccolo Gianluca”.