Se non è zuppa è pan bagnato. In effetti quando ci classificano come ignoranti e incapaci di dare una svolta a questo modo di fare, non hanno tanto torto, anzi non ne hanno alcuno. La politica isolana è fatta di sudditanza, compromessi e influenze varie che si concretizzano poi in interessi personali o di partito con coalizioni che devono autorigenerarsi. In questo contesto le ingerenze esterne di ambienti affaristici trovano terreno fertile. Nel frattempo continuiamo a godere di assenze infrastrutturali, mafia asfissiante e servizi da terzo mondo. Un treno riporterà nei prossimi giorni trolley griffati e affetti a tempo determinato.


Continuare a parlare sempre di questi due arci-miliardari che con il loro patrimonio potrebbero disinnescare pure i 24 miliardi di clausole di salvaguardia dell’aumento dell’IVA non mi pare che sia un buon servizio. La gente comune è lontana miliardi (è proprio il caso di dire) di anni luce da loro.
Sembrava una “fake news”. Tuttavia, se Francesco Montenegro, il cardinale e arcivescovo metropolita di Agrigento, che finora ha brillato soltanto di luce riflessa essendo un ferventissimo assertore dei porti aperti, ha davvero commesso quest’atto di pirateria, Dolce e Gabbana, con la fermezza e l’intelligenza che li contraddistingue, devono intervenire. Per dare manforte a quel consigliere comunale di Palma di Montechiaro, alle suore di quel convento e ai palmesi tutti. Poiché, se ciò è avvenuto, è stato un atto proditorio. Che va cancellato. Per ripristinare l’ordine, l’armonia e la giustizia in quella comunità traumatizzata.